Imjudo a base di Tremelimumab, in associazione a Durvalumab, nel trattamento del carcinoma epatocellulare non-operabile


Imjudo, il cui pirncipio attivo è Tremelimumab, è un medicinale antitumorale per il trattamento del carcinoma epatocellulare nei pazienti naive-al-trattamento e il cui cancro è in stadio avanzato o non-è-resecabile È Imjudo trova impiego in associazione a Durvalumab ( Imfinzi ), un altro medicinale antitumorale.

Il carcinoma epatocellulare è raro e Imjudo è stato qualificato come medicinale orfano ( medicinale utilizzato nelle malattie rare ) il 9 dicembre 2020.

Imjudo è somministrato come singola infusione n vena della durata di circa un’ora. La prima dose di Durvalumab viene somministrata lo stesso giorno di Imjudo.
Successivamente, viene somministrato ogni 4 settimane da solo.

Il principio attivo di Imjudo, Tremelimumab, è un anticorpo monoclonale. È concepito per legarsi a CTLA-4, una proteina che controlla l’attività delle cellule T del sistema immunitario, e bloccarla. Bloccando CTLA-4 il medicinale fa aumentare il numero e l’attività delle cellule T, che possono quindi distruggere le cellule tumorali. Ciò dovrebbe rallentare la diffusione del cancro.

In uno studio principale condotto su pazienti con carcinoma epatocellulare in stadio avanzato non-trattato in precedenza nei quali il cancro non può essere asportato con intervento chirurgico, Imjudo in associazione a Durvalumab ha aumentato la durata di vita complessiva dei pazienti rispetto al trattamento standard ( Sorafenib ): i pazienti trattati con Imjudo più Durvalumab ( 393 ) hanno vissuto in media 16,4 mesi rispetto ai 13,8 mesi di quelli ai quali è stato somministrato Sorafenib ( 389 ). Nel 20% circa dei pazienti trattati con Imjudo e Durvalumab il tumore si è ridotto o è scomparso; questa risposta è durata in media circa 22 mesi. Circa il 5% dei pazienti trattati con Sorafenib ha avuto una risposta al trattamento, che è durata in media 18 mesi.

Gli effetti indesiderati più comuni di Imjudo in associazione a Durvalumab ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono eruzione cutanea, prurito, diarrea, dolore addominale, aumento dei livelli degli enzimi epatici, febbre, ipotiroidismo, tosse, edema periferico ( tumefazione, in particolare alle caviglie e ai piedi ) e lipasi ( un enzima prodotto principalmente nel pancreas ) aumentata.
Gli effetti indesiderati gravi più comuni ( che possono riguardare fino a 1 persona su 10 ) sono colite, diarrea, infezione polmonare ed epatite ( infiammazione del fegato ).
Imjudo è comunemente associato a effetti indesiderati conseguenti all’attività del sistema immunitario sugli organi, quali colite immuno-mediata, epatite e ipotiroidismo.

I pazienti con carcinoma epatocellulare in stadio avanzato nei quali il cancro non può essere asportato con intervento chirurgico hanno un’aspettativa di vita breve.
Rispetto alla terapia standard Imjudo, somministrato in associazione a Durvalumab, può aumentare il tempo di sopravvivenza delle persone affette da carcinoma epatocellulare.
Gli effetti indesiderati di Imjudo somministrato in associazione a Durvalumab possono essere gravi, ma non più di quelli della terapia standard.
L’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha deciso che i benefici di Imjudo sono superiori ai rischi. ( Xagena2022 )

Fonte: EMA, 2022

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