Incidenza a lungo termine di ictus ischemico dopo attacco ischemico transitorio


L’incidenza a breve termine dell’ictus ischemico dopo un attacco ischemico transitorio ( TIA ) è elevata. Tuttavia, i dati sull’incidenza a lungo termine non sono noti ma sono necessari per orientare le strategie preventive.

I pazienti con attacco ischemico transitorio per la prima volta ( data indice ) nel Danish Stroke Registry ( gennaio 2014-dicembre 2020 ) sono stati inclusi e abbinati con individui della popolazione di base e con pazienti con un primo ictus ischemico in base all’età, al sesso e all’anno solare.

Sono stati inclusi 21.500 pazienti con attacco ischemico transitorio, 86.000 pazienti dalla popolazione di base e 21.500 pazienti con ictus ischemico ( età mediana, 70.8 anni; 53.1% maschi ).

I pazienti con attacco ischemico transitorio avevano più comorbilità rispetto alla popolazione di base, ma meno rispetto alla popolazione con ictus di controllo.

L’incidenza a 5 anni di ictus ischemico dopo attacco ischemico transitorio ( 6.1% ) è stata superiore rispetto alla popolazione di base ( 1.5%; P minore di 0.01; hazard ratio, HR=5.14 ) ma inferiore rispetto alla popolazione di controllo con ictus ( 8.9%, P minore di 0.01; HR=0.58 ).

La mortalità a 5 anni per i pazienti con attacco ischemico transitorio ( 18.6% ) è stata superiore rispetto alla popolazione di base ( 14.8%, P minore di 0.01; HR=1.26 ) ma inferiore alla popolazione di controllo con ictus ( 30.1%, P minore di 0.01; HR=0.41 ).

I pazienti con attacco ischemico transitorio per la prima volta hanno avuto un'incidenza di ictus ischemico del 6.1% durante il periodo di follow-up di 5 anni.

Dopo aggiustamento per comorbilità rilevanti, questa incidenza è stata circa 5 volte superiore a quella riscontrata per i controlli nella popolazione di base e inferiore del 40% rispetto ai pazienti con ictus ischemico ricorrente. ( Xagena2023 )

Vinding NE et al, Circulation 2023; 148: 1000-1010

Neuro2023



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