Rischio di ictus a lungo termine nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale
I pazienti con malattia infiammatoria intestinale ( IBD ) corrono un rischio maggiore di eventi tromboembolici, ma le prove sul rischio di ictus a lungo termine rimangono scarse.
Si è determinato se i pazienti con malattia infiammatoria intestinale confermata dalla biopsia presentassero un aumento del rischio di ictus a lungo termine.
Questa coorte ha incluso tutti i pazienti con malattia infiammatoria intestinale confermata dalla biopsia in Svezia tra il 1969 e il 2019 e fino a 5 individui di riferimento abbinati per paziente, selezionati casualmente dalla popolazione generale e dai fratelli e sorelle privi di malattia infiammatoria intestinale.
L'esito primario era l'ictus globale incidente; gli esiti secondari erano ictus ischemici ed emorragici.
L'ictus è stato identificato dal Registro nazionale dei pazienti svedese utilizzando sia la diagnosi primaria che quella secondaria.
Gli hazard ratio aggiustati ( aHR ) per l'ictus sono stati stimati mediante modelli di sopravvivenza parametrici flessibili.
In totale 85.006 pazienti con malattia infiammatoria intestinale ( inclusa la malattia di Crohn, n=25.257, la colite ulcerosa, n=47.354 e le malattia infiammatoria intestinale non-classificata IBD-U, n=12.395 ), 406.987 individui di riferimento abbinati e 101.082 fratelli e sorelle privi di malattia infiammatoria intestinale sono stati inclusi nell’analisi.
Sono stati osservati 3.720 ictus incidenti nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale ( tasso di incidenza IR 32.6 per 10.000 anni-persona ) e 15.599 in individui di riferimento ( IR 27.7; aHR 1.13 ).
L’elevato hazard ratio aggiustato è rimasto elevato anche 25 anni dopo la diagnosi, corrispondente a 1 caso di ictus aggiuntivo ogni 93 pazienti con malattia infiammatoria intestinale fino ad allora.
L’eccesso di hazard ratio aggiustato è risultato principalmente determinato da ictus ischemico ( aHR 1.14 ) piuttosto che da ictus emorragico ( aHR 1.06 ).
Il rischio di ictus ischemico era significativamente aumentato nei sottotipi di malattia infiammatoria intestinale ( malattia di Crohn IR 23.3 versus 19.2; aHR 1.19; colite ulcerosa IR 25.7 vs 22.6; aHR 1.09; malattia infiammatoria intestinale non-classificata IR 30.5 vs 22.8; aHR 1.22 ).
Risultati simili sono stati ottenuti quando i pazienti con malattia infiammatoria intestinale sono stati confrontati con i loro fratelli.
I pazienti con malattia infiammatoria intestinale presentavano un rischio maggiore di ictus, soprattutto di eventi ischemici, indipendentemente dal sottotipo di malattia infiammatoria intestinale.
L’eccesso di rischio persisteva anche 25 anni dopo la diagnosi.
Questi risultati hanno evidenziato la necessità di vigilanza clinica sull’eccesso di rischio a lungo termine di eventi cerebrovascolari nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale. ( Xagena2023 )
Sun J et al, Neurology 2023; 101: 653-664
Neuro2023 Gastro2023
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