L'Acido Ascorbico nel trattamento dell’anemia nei pazienti in emodialisi


Si ritiene che l'Acido Ascorbico migliori l'anemia nei pazienti con malattia renale allo stadio terminale, ma la sua efficacia globale non è chiara.

E' stata condotta una revisione sistematica e una meta-analisi di studi clinici randomizzati in pazienti, adulti, emodializzati, a cui è stato somministrato l’Acido Ascorbico oltre alla terapia standard per l'anemia.

Gli endpoint analizzati sono stati: differenza media ponderata ( WMD ) per la variazione del livello di emoglobina, la dose di Eritropoietina ricombinante umana ( rHuEPO ), la saturazione della transferrina, il livello di ferritina e degli eventi avversi.

Di 157 studi potenzialmente rilevanti, 6 studi ( n = 326 pazienti ) soddisfacevano i criteri di inclusione. Combinando 3 studi clinici randomizzati condotti su pazienti con livelli basali di emoglobina inferiori a 11 g/dL, le variazioni del livello di emoglobina è risultato maggiore con l'uso di Acido Ascorbico, rispetto al trattamento standard ( WMD: 0.9 g/dL ).

Rispetto al trattamento standard, l’impiego di Acido Ascorbico era anche associato ad una diminuzione statisticamente significativa della dose di rHuEPO, ( WMD: -17.1 U/ kg/settimana ) e al miglioramento della saturazione della transferrina ( WMD: 7.9% ); nessun cambiamento è stato invece riscontrato nella concentrazione della ferritina.

Con l'uso di Acido Ascorbico, gli eventi avversi sono stati di scarsa rilevanza, nessuno studio ha riportato livelli di ossalato, o il verificarsi di ossalosi.

Questa revisione presenta però dei limiti: piccolo numero di studi, eterogeneità tra le popolazioni di studio e breve durata dello studio, infine gli eventi avversi erano scarsamente segnalati.

In conclusione, sebbene gli studi presentino il limite di una scarsa numerosità di soggetti e di un follow-up di breve durata, e di qualità variabile, questi risultati indicano che rispetto al trattamento standard, l'uso di Acido Ascorbico può provocare un aumento della concentrazione di emoglobina e della saturazione di transferrina e la diminuzione del dosaggio di Eritropoietina ricombinante umana.
Studi a lungo termine sono necessari per confermare questi risultati, fornire informazioni sugli eventi avversi e stabilire se questi cambiamenti si traducono in migliori risultati per il paziente dal punto di vista costo-efficacia. ( Xagena2009 )

Deved V et al, Am J Kidney Dis 2009; 54: 1089-1097


Nefro2009 Farma2009 Emo2009


Indietro

Altri articoli

L’immunosoppressione basata sulla Globulina antitimocitaria ( ATG ) è standard nel trattamento di prima linea per le persone con anemia...


I dati di un piccolo studio condotto su pazienti affetti da cancro suggeriscono che il trattamento con Isoquercetina ( IQ...


Fino al 30% dei pazienti con anemia emolitica autoimmune ( AIHA ) mostra una risposta compensatoria inadeguata del midollo osseo...


Gli inibitori della Janus chinasi ( JAK ) approvati per la mielofibrosi forniscono miglioramenti della milza e dei sintomi, ma...


Dati provenienti da piccoli studi clinici negli Stati Uniti e in India suggeriscono che l’integrazione di Zinco riduce l’infezione negli...


Omjjara, il cui principio attivo è Momelotinib è un medicinale che trova impiego nel trattamento della splenomegalia ( ingrossamento della...


La Commissione Europea ha approvato Omjjara, il cui principio attivo è Momelotinib, per il trattamento dei pazienti con splenomegalia o...


Nello studio DAPA-CKD ( Dapagliflozin in Patients with Chronic Kidney Disease ), Dapagliflozin ( Forxiga ) ha migliorato gli esiti...


I dati di sicurezza ed efficacia a lungo termine del chelante del ferro Deferiprone ( Ferriprox ) nell'anemia falciforme...


L'emolisi è un fenomeno ben noto ma scarsamente caratterizzato in un sottogruppo di pazienti con sindromi mielodisplastiche ( MDS )....