Terapia di mantenimento con Bortezomib più Talidomide o Bortezomib più Prednisone in pazienti anziani con mieloma multiplo


La terapia di mantenimento può essere particolarmente rilevante nei pazienti anziani con mieloma nei quali si riscontra un maggior beneficio dalla terapia iniziale.

Uno studio randomizzato ha confrontato la terapia di mantenimento con Bortezomib più Talidomide o Prednisone in 178 pazienti anziani con mieloma non-trattato che avevano ricevuto 6 cicli di induzione con Bortezomib più Melfalan e Prednisone oppure Talidomide e Prednisone.

Il tasso di risposta completa è aumentato dal 24% dopo l’induzione fino al 42%, più alto per Bortezomib più Talidomide versus Bortezomib più Prednisone ( 46% vs 39% ).

La sopravvivenza mediana libera da progressione è risultata superiore per Bortezomib più Talidomide ( 39 mesi ) rispetto a Bortezomib più Prednisone ( 32 mesi ) e anche la sopravvivenza generale è risultata più lunga nei pazienti trattati con Bortezomib più Talidomide che in quelli trattati con Bortezomib più Prednisone ( sopravvivenza generale a 5 anni: 69% e 50%, rispettivamente ), ma le differenze non hanno raggiunto la significatività statistica.

Il raggiungimento della risposta completa è risultato associato a una sopravvivenza libera da progressione ( P inferiore a 0.001 ) e a una sopravvivenza generale a 5 anni ( P inferiore a 0.001) significativamente più lunghe.

L’incidenza di neuropatia periferica di grado 3-4 è stata pari al 9% per Bortezomib più Talidomide e 3% per Bortezomib più Prednisone.

Sfortunatamente, questo approccio non è in grado di superare la prognosi infausta delle anomalie citogenetiche.

In conclusione, questi regimi di mantenimento hanno prodotto un aumento significativo del tasso di risposta completa, e a una sopravvivenza libera da progressione notevolmente prolungata con un profilo di tossicità accettabile. ( Xagena2012 )

Mateos MV et al, Blood 2012; 120: 2581-2588

Emo2012 Farma2012


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