Alemtuzumab per via sottocutanea nella leucemia linfocitica cronica refrattaria a Fludarabina


Lo studio di fase II CLL2H ha valutato la sicurezza e l’efficacia di Alemtuzumab ( Campath, MabCampath ) per via sottocutanea in pazienti con leucemia linfocitica cronica refrattaria a Fludarabina ( Fludara ).

Sono stati valutati gli effetti sull’esito dei marcatori clinici e biologici.

Nello studio sono stati arruolati 109 pazienti e 103 hanno ricevuto almeno una dose di Alemtuzumab.

Dopo l’intensificazione del dosaggio, Alemtuzumab è stato somministrato per via sottocutanea a 30 mg 3 volte a settimana per un periodo fino a 12 settimane.

Le risposte sono state valutate ogni 4 settimane nel corso del trattamento e in seguito ogni trimestre.

Il tasso di risposta generale è stato del 34% ( risposta completa: 4%; risposta parziale: 30% ).

La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 7.7 mesi e la sopravvivenza generale mediana di 19.1 mesi.

Neutropenia, trombocitopenia e anemia di grado da 3 a 4 sono state osservate, rispettivamente, nel 56%, 57% e 49% dei pazienti.
Infezioni non da citomegalovirus e da citomegalovirus di grado da 3 a 4 si sono manifestate nel 29% e nel 8% dei pazienti, rispettivamente.
Sono state riscontrate reazioni al sito di iniezione generalmente lievi.

L’efficacia non è variata in modo significativo nei sottogruppi definiti in base a parametri genetici ( in particolare nella delezione 17p, nella delezione 11q, in TP53 mutato e in VH non-mutato ), ma è risultata inferiore nei pazienti con aumento della beta2-microglobulina ( beta2-MG ) e della timidina chinasi ( TK ).

All’analisi multivariata delle variabili cliniche e biologiche, l’età, il performance status, il beta2-MG e la timidina chinasi sono risultati fattori prognostici indipendenti per la sopravvivenza generale.

In conclusione, Alemtuzumab per via sottocutanea sembra efficace e sicuro come Alemtuzumab per via endovenosa nella leucemia linfocitica cronica refrattaria a Fludarabina.
La somministrazione per via sottocutanea dovrebbe essere preferita per la sua efficacia, la sua convenienza, il miglior profilo di eventi avversi e per il risparmio economico.
Al contrario del trattamento basato sulla chemioterapia, quello con Alemtuzumab permette di evitare l’impatto prognostico avverso della mutazione in VH, della mutazione in TP53 e delle aberrazioni genomiche. ( Xagena2009 )

Stilgenbauer S et al, J Clin Oncol 2009; 27: 3994-4001


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