Genotossicità della chemioterapia antitumorale nei bambini con leucemia linfocitica acuta
La percentuale di sopravvivenza nei bambini sottoposti a trattamento antitumorale è sensibilmente aumentata dopo lo sviluppo di protocolli standardizzati.
Non sono tuttavia noti gli effetti genotossici della chemioterapia antitumorale nel lungo periodo.
Ricercatori dell’University of Vermont a Burlington negli Stati Uniti hanno studiato gli effetti genotossici della chemioterapia antineoplastica, osservando i cambiamenti nella frequenza delle mutazioni somatiche nel gene HPRT nei bambini trattati per leucemia linfocitica acuta ( ALL ).
Il gene HPRT codifica per l’enzima ipoxantina-guanina-fosforibosiltransferasi.
Hanno preso parte allo studio 45 bambini con leucemia linfocitica acuta, detta anche leucemia linfoblastica acuta, 13 a basso rischio, 22 a rischio standard e 10 ad alto rischio.
Gli Autori hanno osservato un significativo aumento delle mutazioni nel gene HPRT durante ciascuna fase della terapia.
Questo incremento in media di 200 volte nelle mutazioni somatiche è rimasto elevato per anni dopo il completamento della chemioterapia antitumorale.
Non è stata osservata una significativa differenza nella genotossicità in ciascun gruppo di trattamento.
I risultati di questo studio indicano che la chemioterapia di combinazione impiegata per trattare i bambini con leucemia linfocitica acuta è genotossica.
Le mutazioni somatiche prodotte possono aumentare il rischio di sviluppare malattie multifattoriali, in particolari secondi tumori. ( Xagena2004 )
Rice SC et al, Cancer Research 2004; 64: 4464-4471
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