Beleodaq per il trattamento del linfoma periferico a cellule T, approvato dalla FDA


La FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Beleodaq ( Belinostat ) per il trattamento di pazienti con linfoma periferico a cellule T, un raro tipo di linfoma non-Hodgkin ( NHL ) a rapida crescita.

Il linfoma periferico a cellule T comprende un gruppo eterogeneo di malattie rare con coinvolgimento tumorale dei linfonodi.
Per il 2014, il National Cancer Institute ( NCI ) ha stimato che 70.800 cittadini statunitensi avranno diagnosi di linfoma non-Hodgkin e 18.990 moriranno.
Il linfoma periferico a cellule T rappresenta circa il 10-15% dei linfomi non-Hodgkin in Nord America.

Belinostat agisce bloccando gli enzimi che contribuiscono a far diventare le cellule T cancerose.
Il farmaco è destinato ai pazienti la cui malattia è recidivata o ai pazienti che non hanno risposto a un precedente trattamento ( malattia refrattaria ).

La FDA aveva concesso l'approvazione accelerata per Folotyn ( Pralatrexato ) nel 2009 per l'impiego in pazienti con linfoma periferico a cellule T recidivante o refrattario, e per Istodax ( Romidepsin ) nel 2011 per il trattamento del linfoma periferico a cellule T nei pazienti che avevano ricevuto almeno una precedente terapia.
La sicurezza e l'efficacia di Beleodaq è stata valutata in uno studio clinico che ha coinvolto 129 pazienti con linfoma periferico a cellule T recidivante o refrattario.
Tutti i partecipanti sono stati trattati con Beleodaq fino alla progressione della malattia o fino a tollerabilità degli effetti indesiderati.

Dallo studio è emerso che il 25.8% dei pazienti, dopo trattamento, ha presentato scomparsa del tumore ( risposta completa ) o sua riduzione ( risposta parziale ).

Gli effetti indesiderati più comuni riscontrati nei pazienti trattati con Beleodaq sono stati: nausea, affaticamento, febbre, anemia, e vomito. ( Xagena2014 )

Fonte: FDA, 2014

Emo2014 Onco2014 Farma2014


Indietro

Altri articoli


Più della metà dei pazienti trattati con immunoterapia con cellule T mirate al recettore chimerico dell'antigene ( CAR ) CD19...


Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...


La progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ) o la recidiva è una complicanza rara ma devastante del linfoma...


Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...


I prodotti a base di cellule T ingegnerizzate Axicabtagene ciloleucel ( Axi-cel; Yescarta ) e Brexucabtagene autoleucel ( Brexu-cel; Tecartus...


Nello studio di fase 3 MCL0208 della Fondazione Italiana Linfomi, il mantenimento con Lenalidomide ( Revlimid ) dopo trapianto autologo...


La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...


Precedenti analisi dello studio di fase 2 KEYNOTE-170 hanno dimostrato un'attività antitumorale efficace e una sicurezza accettabile di Pembrolizumab (...


Il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) nei pazienti anziani è impegnativo, soprattutto per coloro...