L’aggiunta di Rituximab alla chemioterapia da sola come terapia di prima linea migliora la sopravvivenza generale negli anziani con linfoma a cellule mantellari


Studi clinici hanno dimostrato che Rituximab ( MabThera ) migliora la sopravvivenza generale nel linfoma non-Hodgkin, con l'eccezione del linfoma a cellule mantellari.

Sono stati utilizzati i dati del Surveillance Epidemiology and End Results ( SEER ) - Medicare per confrontare la sopravvivenza nei pazienti anziani affetti da linfoma a cellule mantellari che hanno iniziato la chemioterapia con o senza Rituximab entro 180 giorni dalla diagnosi.

I pazienti sono stati seguiti dalla diagnosi ( 1999-2005 ) fino alla morte o alla fine dell'osservazione ( 2007 ).

I dati Medicare sono stati impiegati per identificare la data e le cause di morte e il regime di immunochemioterapia.

Dei 638 pazienti, l'età media alla diagnosi era di 75 anni, il 75% presentava malattia di stadio III/IV, il 67% aveva coinvolgimento extranodale e il 64% aveva ricevuto Rituximab.

La durata media del trattamento di prima linea è stato di 21 settimane, con nessuna differenza tra i 2 gruppi ( P=0.76 ).

La sopravvivenza mediana è stata di 27 mesi per la sola chemioterapia, rispetto ai 37 mesi per la chemioterapia più Rituximab ( P inferiore a 0.001 ).

In un'analisi multivariata di sopravvivenza a 2 anni, Rituximab più chemioterapia è risultato associato a minore mortalità per tutte le cause ( hazard ratio, HR=0.58, P inferiore a 0.01 ), e tumore-specifica ( HR=0.56, P inferiore a 0.01 ).

I risultati sono stati simili quando è stato considerato l'intero periodo di osservazione, l'analisi del punteggio di propensione, e limitando la chemioterapia a CHOP ( Ciclofosfamide, Doxorubicina, Vincristina, Prednisone ) / CHOP-simile.

In conclusione, la chemioterapia di prima linea con Rituximab è associata a una sopravvivenza significativamente maggiore nei pazienti anziani con diagnosi di linfoma a cellule mantellari. ( Xagena2011 )

Griffiths et al, Blood 2011; 118: 4808-4816


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