Lenalidomide più Rituximab come trattamento iniziale per il linfoma a cellule del mantello
Il linfoma a cellule del mantello è generalmente incurabile. Il trattamento iniziale non è standardizzato, ma di solito include la chemioterapia citotossica.
La Lenalidomide ( Revlimid ), un farmaco immunomodulatore, e Rituximab ( MabThera ), un anticorpo anti-CD20, sono attivi in pazienti con linfoma a cellule del mantello recidivante.
Uno studio ha valutato Lenalidomide e Rituximab come terapia di prima linea.
È stato condotto uno studio multicentrico, di fase 2, con le fasi di induzione e di mantenimento.
Durante la fase di induzione, la Lenalidomide è stata somministrata alla dose di 20 mg al giorno dal giorno 1 al giorno 21 di ogni ciclo di 28 giorni per 12 cicli; la dose è stata aumentata a 25 mg al giorno dopo il primo ciclo in assenza di eventi avversi dose-limitanti durante il primo ciclo, ed è stata ridotta a 15 mg al giorno durante la fase di mantenimento.
Rituximab è stato somministrato una volta alla settimana per le prime 4 settimane e poi una volta a cicli alterni fino a progressione della malattia.
L'endpoint primario era il tasso di risposta globale.
Gli endpoint secondari includevano i risultati relativi a sicurezza, sopravvivenza e qualità di vita.
In totale 38 partecipanti sono stati arruolati in quattro Centri dal 2011 al 2014.
L'età media era di 65 anni.
Sulla base dei punteggi dell’indice MIPI ( Mantle Cell Lymphoma International Prognostic Index ), le proporzioni dei partecipanti con malattia a basso rischio, a rischio intermedio, e ad alto rischio al basale erano simili ( rispettivamente, 34%, 34% e 32% ).
I più comuni eventi avversi di grado 3 o 4 erano neutropenia ( nel 50% dei pazienti ), rash ( 29% ), trombocitopenia ( 13% ), una sindrome infiammatoria ( recrudescenza tumorale ) ( 11% ), anemia ( 11% ), malattia da siero ( 8% ) e affaticamento ( 8% ).
Al follow-up mediano di 30 mesi ( febbraio 2015 ), il tasso di risposta globale tra i partecipanti valutabili è stato del 92% e il tasso di risposta completa è stato del 64%; la sopravvivenza mediana libera da progressione non è stata raggiunta.
La sopravvivenza libera da progressione a 2 anni è stata stimata essere dell’85% e la sopravvivenza globale a 2 anni del 97%.
Una risposta al trattamento è risultata associata ad un miglioramento della qualità di vita.
In conclusione, la terapia biologica di combinazione costituita da Lenalidomide e Rituximab era attiva come terapia iniziale per il linfoma a cellule del mantello. ( Xagena2015 )
Ruan J et al, N Engl J Med 2015; 373: 1835-1844
Onco2015 Ema2015 Farma2015
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
I tempi di attivazione degli anticorpi anti-PD-L1 influiscono su efficacia e tossicità della terapia con cellule CAR-T dirette a CD19 per il linfoma a grandi cellule B
Più della metà dei pazienti trattati con immunoterapia con cellule T mirate al recettore chimerico dell'antigene ( CAR ) CD19...
Consolidamento con Blinatumomab post-trapianto autologo di cellule staminali in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B
Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...
Metotrexato ad alte dosi come profilassi del sistema nervoso centrale nel linfoma aggressivo a cellule B ad alto rischio
La progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ) o la recidiva è una complicanza rara ma devastante del linfoma...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Tassi di sindrome da rilascio di citochine e sindrome da neurotossicità associata a cellule effettrici immunitarie dai dati di CIBMTR su pazienti con linfoma in seguito a terapia con cellule CAR-T
I prodotti a base di cellule T ingegnerizzate Axicabtagene ciloleucel ( Axi-cel; Yescarta ) e Brexucabtagene autoleucel ( Brexu-cel; Tecartus...
Candidati biomarcatori germinali dell’efficacia della Lenalidomide nel linfoma a cellule mantellari: studio MCL0208
Nello studio di fase 3 MCL0208 della Fondazione Italiana Linfomi, il mantenimento con Lenalidomide ( Revlimid ) dopo trapianto autologo...
Esposizione ottimale alla Fludarabina per esiti migliori dopo la terapia con Axicabtagene ciloleucel per il linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo
La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...
Pembrolizumab nel linfoma primario mediastinico a grandi cellule B recidivante o refrattario: analisi finale di KEYNOTE-170
Precedenti analisi dello studio di fase 2 KEYNOTE-170 hanno dimostrato un'attività antitumorale efficace e una sicurezza accettabile di Pembrolizumab (...
Lenalidomide più Rituximab per il trattamento iniziale dei pazienti anziani fragili affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B: studio FIL_ReRi
Il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) nei pazienti anziani è impegnativo, soprattutto per coloro...