Ibrutinib come terapia di prima linea per il linfoma mantellare: uno studio multicentrico nel mondo reale


Durante la pandemia di COVID-19, Ibrutinib ( Imbruvica ) con o senza Rituximab è stato approvato in Inghilterra per il trattamento iniziale del linfoma mantellare ( MCL ) al posto dell’immunochemioterapia.
Poiché in questo contesto sono disponibili dati limitati, è stato condotto uno studio osservazionale di coorte per valutare la sicurezza e l’efficacia di questa terapia.

Negli adulti trattati con Ibrutinib con o senza Rituximab per linfoma mantellare non-trattato sono stati valutati la tossicità al trattamento, la risposta e la sopravvivenza, inclusi gli esiti nel linfoma mantellare ad alto rischio ( TP53 mutazione/delezione/p53sovraespressione, blastoide/pleomorfo o Ki67 maggiore o uguale al 30% ).

Sono stati arruolati in totale 149 pazienti provenienti da 43 Centri partecipanti: 74.1% maschi, età media 75 anni, 75.2% ECOG status da 0 a 1, 36.2% ad alto rischio e 8.9% candidati al trapianto autologo.

Tutti i pazienti hanno ricevuto 1 ciclo o più di Ibrutinib ( mediana, 8 cicli ), il 39.0% con Rituximab. Tossicità di grado maggiore o uguale a 3 si è verificata nel 20.3% e il 33.8% ha richiesto riduzioni / ritardi della dose.

Al follow-up mediano di 15.6 mesi, il 41.6% ha interrotto Ibrutinib, l’8.1% a causa della tossicità.

Su 104 pazienti valutati in base alla risposta, i tassi di risposta complessiva ( ORR ) e di risposta completa ( CR ) sono stati rispettivamente del 71.2% e del 20.2%.
Il tasso di risposta complessiva è stato del 77.3% ( basso rischio ) vs 59.0% ( alto rischio ) ( P=0.05 ) e 78.7% ( Ibrutinib-Rituximab ) vs 64.9% ( Ibrutinib; P=0.13 ).

La sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) mediana è stata di 26.0 mesi ( tutti i pazienti ); 13.7 mesi ( rischio alto ) versus non-raggiunta ( NR ) ( rischio basso; hazard ratio HR=2.19; P=0.004 ).

La sopravvivenza globale mediana è stata non-raggiunta ( tutti ); 14.8 mesi ( alto rischio ) vs non raggiunta ( basso rischio; HR, 2.36; P=0.005 ).

La sopravvivenza mediana post-Ibrutinib è stata di 1.4 mesi, più lunga nel 41.9% dei pazienti che hanno ricevuto il trattamento successivo ( mediana, 8.6 vs 0.6 mesi; HR, 0.36; P=0.002 ).

Ibrutinib con o senza Rituximab si è rivelato efficace e ben tollerato come trattamento di prima linea del linfoma mantellare, comprendendo i pazienti più anziani e non-idonei al trapianto. La sopravvivenza libera da progressione e globale sono risultate significativamente inferiori in un terzo dei pazienti con malattia ad alto rischio e in quelli non-idonei al trattamento post-Ibrutinib, evidenziando la necessità di nuovi approcci in questi gruppi. ( Xagena2024 )

Tivey A et al, Blood Adv 2024; 8: 1209-1219

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