Rituximab nella leucemia linfoblastica acuta della linea B negli adulti
Il trattamento con Rituximab ( MabThera ) ha migliorato l'esito nei pazienti con linfoma non-Hodgkin.
I pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta ( ALL ) della linea B possono avere anche l'antigene CD20, che è l’obiettivo di Rituximab.
Anche se studi a singolo gruppo suggeriscono che l'aggiunta di Rituximab alla chemioterapia possa migliorare il risultato in questi pazienti, questa ipotesi non era stata testata in uno studio randomizzato.
Sono stati randomizzati adulti da 18 a 59 anni di età con leucemia linfoblastica acuta CD20-positiva, negativa al cromosoma Philadelphia ( Ph ) a ricevere la chemioterapia con o senza Rituximab, con la sopravvivenza libera da eventi come endpoint primario.
Rituximab è stato somministrato durante tutte le fasi di trattamento, per un totale di 16-18 infusioni.
Dal 2006 al 2014, sono stati arruolati in totale 209 pazienti: 105 nel gruppo Rituximab e 104 nel gruppo di controllo.
Dopo un follow-up mediano di 30 mesi, la sopravvivenza libera da eventi è stata più lunga nel gruppo Rituximab rispetto al gruppo di controllo ( hazard ratio, HR=0.66; P=0.04 ); i tassi stimati di sopravvivenza libera da eventi a 2 anni sono stati. Rispettivamente, pari a 65% e 52%.
Il trattamento con Rituximab è rimasto associato a una più lunga sopravvivenza libera da eventi in un'analisi multivariata. Il tasso di incidenza complessiva di eventi avversi gravi non è cambiato significativamente tra i due gruppi, ma sono stati osservati meno reazioni allergiche alla asparaginasi nel gruppo Rituximab.
In conclusione, l'aggiunta di Rituximab alla chemioterapia per leucemia linfoblastica acuta ha migliorato l’esito negli adulti più giovani con malattia CD20-positiva, Ph-negativa. ( Xagena2016 )
Maury S et al, N Engl J Med 2016; 375: 1044-1053
Emo2016 Onco2016 Farma2016
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