Trapianto di midollo osseo per l’epidermolisi bollosa distrofica recessiva
L’epidermolisi bollosa distrofica recessiva è una malattia incurabile e spesso fatale, con formazione di bolle mucocutanee, causata da mutazioni in COL7A1, il gene che codifica per il collagene di tipo VII.
Sulla base di dati preclinici che hanno mostrato una correzione biochimica e una prolungata sopravvivenza in topi col7 -/-, un gruppo di ricercatori ha ipotizzato che il midollo allogenico contenga cellule staminali in grado di migliorare le manifestazioni della epidermolisi bollosa distrofica recessiva nell’uomo.
Nel periodo 2007-2009, 7 bambini con epidermolisi bollosa distrofica recessiva sono stati trattati con chemioterapia immunomieloablativa e trapianto allogenico di cellule staminali.
L’espressione di C7 è stata valutata con saggi di immunofluorescenza ed è stato utilizzato il microscopio elettronico a trasmissione per visualizzare le fibrille di ancoraggio.
Il chimerismo è stato misurato con saggi di PCR competitiva, mentre la formazione di bolle e la guarigione delle lesioni sono state documentate con fotografie digitali.
Un paziente è deceduto per cardiomiopatia prima del trapianto.
Dei restanti 6 pazienti, 1 ha mostrato segni di tossicità cutanea grave legata al trattamento e tutti hanno mostrato un miglioramento nella guarigione delle lesioni e una riduzione della formazione di bolle tra 30 e 130 giorni dopo il trapianto.
È stato osservato un aumento nel deposito di C7 a livello delle giunzioni derma-epiderma in 5 dei 6 pazienti, ma senza normalizzazione delle fibrille di ancorggio.
In totale, 5 pazienti erano vivi tra 130 e 799 giorni dopo il trapianto; 1 è deceduto a 183 giorni a causa di una crisi di rigetto e di infezione.
I 6 pazienti hanno mostrato proporzioni sostanziali di cellule del donatore nella pelle e in nessuno di loro sono stati individuati anticorpi anti-C7.
In conclusione, nella pelle di bambini con epidermolisi bollosa distrofica recessiva è stato osservato un aumentato deposito di C7 e una presenza sostenuta di cellule del donatore dopo trapianto allogenico di midollo osseo.
Sono necessari ulteriori studi per valutare i rischi e i benefici a lungo termine della terapia in pazienti con questa malattia. ( Xagena2010 )
Wagner JE et al, N Engl J Med 2010; 363: 629-639
Pedia2010 MalRar2010
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