Pazienti con diabete mellito di tipo 2 non-controllato: l'uso combinato di Insulina basale e Acarbosio riduce la glicemia postprandiale
Il precoce inizio della terapia con Insulina basale è raccomandato per normalizzare la glicemia a digiuno nel diabete mellito di tipo 2. Tuttavia, il trattamento con Insulina basale potrebbe non controllare adeguatamente i livelli di glucosio postprandiale.
Uno studio ha valutato se la combinazione dell'inibitore alfa-glucosidasi, Acarbosio ( Glucobay ), con l’Insulina basale fosse in grado di migliorare il controllo della glicemia in condizioni di vita quotidiana in un ampio campione di pazienti.
Lo studio, multicentrico, prospettico, osservazionale, è stato effettuato in Corea.
Un totale di 539 pazienti con diabete mellito di tipo 2 che erano stati trattati con Insulina basale con aggiunta di Acarbosio sono stati arruolati e seguiti per 20 settimane.
Le variazioni di emoglobina A1c [ HbA1c ], glicemia a digiuno e postprandiale sono state valutate al basale e alla fine del periodo di osservazione.
L’emoglobina glicosilata è diminuita di 0.55 ± 1.05% rispetto al basale ( P inferiore a 0.0001 ).
I livelli di glicemia a digiuno e post-prandiale sono stati ridotti di 0.89 ± 3.79 e 2.59 ± 4.77 mmol/L ( entrambi p inferiore a 0.0001 ).
Le reazioni avverse più frequentemente riportate sono state: flatulenza ( 0.37% ) e rumori gastrointestinali anomali ( 0.37% ); tutti erano di intensità lieve e transitoria.
Nella valutazione di soddisfazione, il 79.0% dei medici e il 77.3% dei pazienti hanno espresso un giudizio di molto soddisfatti o soddisfatti riguardo al trattamento con Insulina basale associata ad Acarbosio.
In conclusione, la terapia combinata di Insulina basale e Acarbosio nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 ha migliorato il controllo della glicemia, senza problemi di sicurezza farmaco-specifici.
Questo trattamento potrebbe produrre benefici per le persone che non possono controllare la glicemia con la sola Insulina basale. ( Xagena2015 )
Kim JH et al, J Diabetes Investig 2015; 6: 219-226
Endo2015 Farma2015
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