Ipercolesterolemia: Alirocumab, inibitore PCSK9, riduce il colesterolo LDL del 62% a 24 settimane, rispetto al placebo
I risultati di 4 studi di fase 3 del Programma clinico ODYSSEY che ha riguardato Alirocumab ( Praluent ), un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio PCSK9, in pazienti con ipercolesterolemia, sono stati presentati all’European Society of Cardiology ( ESC ) Congress a Barcellona in Spagna.
Lo studio in doppio cieco ODYSSEY LONG TERM, in corso, che ha coinvolto 2.341 pazienti ( età media: 65 anni ), sta valutando la sicurezza e l’efficacia nel lungo periodo di Alirocumab al dosaggio di 150 mg, somministrato ogni due settimane, rispetto al placebo, in pazienti con ipercolesterolemia che sono ad alto o a molto alto rischio cardiovascolare, tra cui pazienti con una forma ereditaria caratterizzata da elevati valori di colesterolo, nota come ipercolesterolemia familiare eterozigote ( HeFH ).
Entrambi i gruppi sono trattati con statine alla massima dose tollerata e alcuni pazienti hanno anche ricevuto terapie ipolipemizzanti aggiuntive.
Un’analisi ad interim prespecificata è stata effettuata quando tutti i pazienti hanno raggiunto 1 anno di trattamento e circa il 25% di essi era in terapia da 18 mesi.
Riguardo all’endpoint primario di efficacia, a 24 settimane, è stata riscontrata una riduzione del 61%, dal basale, di colesterolo LDL nel gruppo Alirocumab contro l’aumento dell’1% nel gruppo placebo ( p inferiore a 0.0001 ).
A 52 settimane, è stata osservata una riduzione del 57% dal basale dei livelli di colesterolo LDL nel gruppo Alirocumab contro un aumento del 4% nel gruppo placebo ( riduzione del 61% nel gruppo Alirocumab rispetto al placebo; p inferiore a 0.0001 ).
L’81% dei pazienti, che hanno assunto Alirocumab, ha raggiunto l’obiettivo prespecificato di colesterolo LDL ( 70 o 100 mg/dL in base al rischio cardiovascolare che il paziente aveva all’ingresso nello studio ).
I più comuni eventi avversi ( incidenza maggiore o uguale al 5% dei pazienti ) sono stati: nasofaringite ( 13% Alirocumab; 13% placebo ), infezioni del tratto respiratorio superiore ( 7% vs 8% ), reazioni al sito di iniezione ( 6% vs 4% ).
Una analisi di sicurezza post-hoc ha evidenziato nel gruppo Alirocumab un tasso inferiore di eventi maggiori cardiovascolari ( morte cardiaca, infarto miocardico, ictus, angina instabile richiedente ospedalizzazione ), rispetto al placebo ( 1.4% vs 3.0%; p inferiore a 0.01 ).
Questi eventi cardiovascolari comprendono l’endpoint primario composito primario dello studio, in corso, ODYSSEY OUTCOMES su 18.000 soggetti, che sta valutando in modo prospettico i possibili benefici di Alirocumab a livello cardiovascolare.
Sono stati presentati tre studi aggiuntivi ( ODYSSEY COMBO II, FH I and FH II ). In questi tre studi i pazienti trattati con Alirocumab hanno ricevuto una dose iniziale di Alirocumab, 75 mg ogni due settimane, con la possibilità di incrementarla a 150 mg se necessario per raggiungere i livelli di colesterolo LDL prespecificati.
I dosaggi di 75 e 100 mg di Alirocumab sono stati auto-somministrati mediante una singola iniezione da 1 ml.
ODYSSEY COMBO II è uno studio in doppio cieco che ha arruolato 720 pazienti, disegnato per valutare la sicurezza e l’efficacia di Alirocumab rispetto ad Ezetimibe in pazienti con elevati livelli di colesterolo e ad alto rischio cardiovascolare e che avevano al basale una riduzione inadeguata di colesterolo LDL nonostante la terapia con la dose massima tollerata di statine.
Riguardo all’endpoint primario a 24 settimane è stata riscontrata una riduzione del 51% dal basale dei livelli di colesterolo LDL nel gruppo Alirocumab contro una riduzione del 21% con Ezetimibe ( una riduzione del 30% nel gruppo Alirocumab rispetto ad Ezetimibe; p inferiore a 0.0001 ).
A 52 settimane, è stata osservata una riduzione del 50% rispetto al basale dei livelli di colesterolo LDL nel gruppo Alirocumab contro il 18% nel gruppo Ezetimibe ( una diminuzione del 32% tra i pazienti trattati con Alirocumab versus Ezetimibe; p inferiore a 0.0001 ).
Il 77% dei pazienti nel gruppo Alirocumab ha raggiunto i livelli di colesterolo LDL di 70 mg/dL a 24 settimane.
Circa l’80% dei pazienti nel gruppo Alirocumab ha mantenuto il dosaggio iniziale di 75 mg/die.
I più comuni eventi avversi ( maggiori o uguali al 5% dei pazienti ) sono stati: infezioni del tratto respiratorio superiore ( 6.5% Alirocumab vs 6% Ezetimibe ), sovradosaggio accidentale ( 6% vs 7% ), vertigine ( 5% vs 5% ) e mialgia ( 4% vs 5% ).
Gli studi ODYSSEY FH I e FH II hanno arruolato un totale di 738 pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote e hanno confrontato Alirocumab al placebo.
Tutti i pazienti erano sotto la dose massima tollerata di statina e la maggior parte dei pazienti riceveva anche Ezetimibe.
Nonostante questo trattamento di alto impatto, i pazienti in questi studi presentavano livelli medi basali di colesterolo LDL pari a 145 mg/dL ( FH I ) e 134 mg/dL ( FH II ).
Riguardo all’endpoint primario, a 24 settimane, è stata riscontrata una riduzione del 49% rispetto al basale dei livelli di colesterolo LDL in entrambi i gruppi Alirocumab ( FH I e FH II ) contro un aumento del 9% in FH I e del 3% in FH II nei gruppi placebo ( riduzione, rispettivamente del 58 e del 51% versus placebo; p inferiore a 0.0001 ).
A 52 settimane, nello studio FH I, è stata osservata una diminuzione dei livelli di colesterolo LDL del 47% rispetto al basale e, nello studio FH II, del 50% nei gruppi Alirocumab rispetto agli aumenti del 9% e dell’8% dei gruppi placebo ( riduzione del 58% e del 51% versus placebo; p inferiore a 0.0001 ).
Il 72% dei pazienti trattati con Alirocumab in FH I e l’81% di quelli trattati con Alirocumab in FH II hanno raggiunto gli obiettivi prespecificati di colesterolo LDL ( 70 mg/dL o 100 mg/dL ) a 24 settimane contro 2% e 11% dei gruppi placebo, rispettivamente ( p inferiore a 0.0001 ).
Circa il 50% dei pazienti nei gruppi Alirocumab è rimasto in trattamento con il dosaggio di 75 mg.
Nei dati aggregati di entrambi gli studi, i più comuni eventi avversi ( maggiori o uguali al 5% dei pazienti ) sono stati: reazioni al sito di iniezione ( 11.5% con Alirocumab vs 6% con placebo ), cefalea ( 5.5% vs 7% ). ( Xagena2014 )
Fonte: Sanofi & Regeneron, 2014
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