Soglie di pressione sanguigna monitorata nelle 24 ore associata a complicanze croniche nel diabete mellito di tipo 2
I valori di cut-off diagnostici per il monitoraggio nelle 24 ore della pressione arteriosa ( ABPM ) in pazienti diabetici non sono stabiliti.
Uno studio ha esaminato le associazioni tra pressione sanguigna rilevata presso lo studio medico e pressione sanguigna rilevata con monitoraggio nelle 24 ore e le complicazioni croniche del diabete mellito per stabilire i valori soglia ottimali di pressione arteriosa nelle 24 ore per quanto riguarda la possibilità di avere complicanze microvascolari nel diabete di tipo 2.
Sulla base di un disegno cross-sezionale, i dati clinici, di laboratorio e di pressione arteriosa nelle 24 ore sono stati ottenuti da 550 pazienti con diabete mellito di tipo 2.
Dopo aggiustamento multivariato per tutti i potenziali fattori confondenti, la pressione sistolica nelle 24 ore è stata maggiormente associata a complicanze diabetiche rispetto alla pressione sanguigna rilevata presso lo studio medico, fatta eccezione per la retinopatia e la nefropatia, in cui entrambe sono state equivalenti.
In generale, la pressione sanguigna notturna è stata maggiormente correlata rispetto a quella diurna.
I valori soglia ottimali nelle 24 ore della pressione arteriosa sono stati 125/75 mmHg per il giorno, 110/65 mmHg per la notte e 120/75 mmHg per il periodo di 24 ore, con probabilità da 1.7 a 2.3 volte di andare incontro a complicanza microvascolare.
In conclusione, fatta eccezione per la retinopatia e la nefropatia avanzata, la pressione sanguigna rilevata nelle 24 ore è maggiormente correlata con le complicanze croniche, rispetto alla pressione misurata presso lo studio medico nel diabete mellito di tipo 2.
L'associazione delle complicanze microvascolari con più bassi livelli di pressione arteriosa nelle 24 ore rispetto a quelli segnalati come normali per i pazienti non-diabetici possono indicare che i valori più bassi di cut-off per la pressione sanguigna nelle 24 ore possono essere considerati nei diabetici. ( Xagena2012 )
Cardoso CRL et al, Am J Hypertens 2012; 25: 82-88
Cardio2012 Endo2012
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