Misura degli ormoni steroidei negli atleti
La misurazione degli ormoni steroidei in medicina dello sport ha tre principali applicazioni. La prima ha un risvolto prevalentemente biofisico e biomedico, volta ad identificare effetti metabolici a breve e lungo termine dell'esercizio fisico sul metabolismo. La seconda finalità comprende la valutazione dello stato di forma negli atleti.
Il termine sovrallenamento è stato introdotto da Hatfield ( 1988 ) per descrivere una serie di sintomi causati, sostanzialmente, da un alterato rapporto tra allenamento e recupero.
Il sovrallenamento è una condizione abbastanza frequente, una sindrome piuttosto complessa le cui cause vanno ricercate in diversi fattori scatenanti.
In questo ambito, sovrallenamento si può manifestare sotto forma di un ampio spettro di sintomi, che comprendono aumento della frequenza cardiaca a riposo, fatica eccessiva durante l'allenamento anche a frequenza cardiaca medio/bassa, difficoltà a far salire la frequenza cardiaca durante l'allenamento, difficoltà a far scendere la frequenza ai valori normali durante il recupero, apatia, insonnia, irritabilità, depressione, amenorrea ( nelle donne ), calo ponderale, perdita di appetito, infezioni ricorrenti, calo delle difese immunitarie, indolenzimento muscolare cronico, tendiniti e problemi articolari.
Si tratta per lo più di sintomi aspecifici, che rendono difficile l'identificazione della patologia, ed ancor più la sua prevenzione. A questo proposito, sono stati suggeriti alcuni esami di laboratorio, basati principalmente su dosaggi ormonali, che sarebbero in grado d'aumentare globalmente l'efficienza diagnostica della valutazione clinica.
La letteratura scientifica è ricca di lavori che si sono occupati di valutare l'andamento degli ormoni in relazione alle differenti metodiche di allenamento, soprattutto testosterone, cortisolo, ACTH e prolattina.
La regolazione ipotalamica del cortisolo influenza in modo determinante la presenza dello steroide in circolo e ne fa un ormone stress-dipendente.
Normalmente l'effetto del cortisolo ( e degli altri ormoni catabolici quali l'ACTH, l'aldosterone, ecc. ) viene bilanciato dal testosterone e dagli altri ormoni anabolici, ma quando una persistente situazione stressante aumenta eccessivamente la produzione di cortisolo, l'equilibrio si altera e la situazione metabolica che ne consegue non è certo la più indicata per la costruzione di nuovo tessuto muscolare e per lo smaltimento del grasso in eccesso.
Anche in situazioni di ipoglicemia, traumi, malattie acute febbrili, interventi chirurgici, i valori di cortisolo sono particolarmente compromessi.
Unendo anche l'osservazione dei cambiamenti dell'ACTH è possibile valutare la funzionalità dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Infatti l'ACTH è un ormone che stimola il surrene a produrre cortisolo.
Se vi è un aumento dei livelli di ACTH ma non si osserva un aumento del cortisolo, può significare un inibizione dell'attività surrenalica o comunque uno squilibrio a questo livello. Questo è tipico, ad esempio, in alcune forme di sovrallenamento.
Il testosterone ha invece un significato opposto: un suo aumento indica un incremento degli stimoli anabolici, cioè di aiuto nei processi di sintesi proteica. Per questo motivo il rapporto testosterone/cortisolo viene spesso utilizzato per valutare l'equilibrio anabolismo / catabolismo.
Attualmente è possibile determinare le concentrazioni di cortisolo anche su un campione di saliva, oltre che su quelli di sangue, risultando i due valori correlati tra loro, con il vantaggio di poter effettuare il prelievo da parte dello stesso atleta, di limitare le condizioni di stress e di permettere una più agevole gestione dei campioni, eliminando un’ampia serie di variabili preanalitiche che potrebbero inficiarne la determinazione.
La terza finalità della determinazione degli ormoni in medicina dello sport è di identificare il ricorso a potenziali tecniche di doping, basate appunto sull'assunzione di sostanze steroidee di varia natura. A fronte dei vantaggi descritti, la determinazione degli ormoni steroidei presenta tuttavia problematiche aggiuntive in medicina dello sport, legate per lo più all'effetto della variabilità biologica di queste molecole, scarsamente studiata negli atleti, e delle variabili preanalitiche conseguenti al campionamento ed alla conservazione dei campioni, particolarmente problematiche in ambito intra- ed extra-competizione. ( Xagena2008 )
Lippi G, Ligand Assay, 2008
Diagno2008
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