I farmaci antinfiammatori non-steroidei possono peggiorare l’esito della polmonite


L’impiego precoce dei farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) nel corso di una grave infezione del tratto respiratorio inferiore può essere associato ad alcuni svantaggi, come diagnosi ritardata di polmonite acquisita in comunità e più frequenti complicanze.

Ricercatori francesi hanno osservato che i pazienti con polmonite acquisita in comunità trattati con gli antinfiammatori avevano una probabilità 5 volte maggiore di sviluppare empiema pleurico o cavitazione polmonare rispetto ai pazienti che non avevano ricevuto i FANS.

Inoltre, i farmaci antinfiammatori non-steroidei sono stati anche associati a un rischio doppio di batteriemia.

L’analisi ha riguardato 90 pazienti consecutivi, ammessi al reparto di terapia intensiva dell’ospedale Tenon di Parigi nel periodo 2002-2006.

Trentadue pazienti ( 36% ) avevano assunto FANS da soli ( n=18 ) o con antibiotici ( n=14 ), in media per 5 giorni. Sedici pazienti non avevano assunto FANS, ma erano stati trattati con gli antibiotici prima del ricovero.

E’ stato osservato che i pazienti nel gruppo FANS tendevano ad avere minore gravità della malattia al momento del ricovero, sulla base del punteggio SAPS II ( Simplified Acute Physiologic Score ) e SOFA ( Sepsis-related Organ Failure Assessment ).
Di contro, presentavano una maggiore prevalenza di dolore toracico e sindrome pleurica, così come infiltrati multilobari e versamenti pleurici ai raggi X.

La causa della polmonite è stata documentata in tre quarti dei pazienti. La maggior parte dei casi erano dovuti a Streptococcus pneumoniae, seguito da Legionella e Pseudomonas aeruginosa. Quattro casi avevano una causa polimicrobica.

Tra i pazienti non-trattati con gli antibiotici prima del ricovero, la batteriemia era più comune nel gruppo FANS ( 69% vs 27%, p=0.009 ).

I FANS erano anche correlati a un più alto tasso di empiema pleurico e cavitazione del polmone ( 37.5% vs 7%, p = 0.0009 ).

All'analisi multivariata, l’esposizione ai farmaci antinfiammatori non-steroidei era l'unico predittore indipendente di complicanze pleuropolmonari ( odds ratio, OR= 8.1 ), così come per la malattia invasiva in assenza di antibiotici pre-ricovero ( OR=3.8 ).

L’impiego dei FANS era anche associato a una più lunga terapia antimicrobica e a una tendenza a più lunghe permanenze in terapia intensiva e in ospedale.

I pazienti trattati con i FANS non hanno presentato più alti tassi di insufficienza d'organo, una maggiore necessità di sostegno d’organo, o più grave infiammazione sistemica mentre erano in terapia intensiva, e neppure una maggiore mortalità. ( Xagena2011 )

Fonte: Chest, 2011

 

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