Stimolazione del nucleo subtalamico nella malattia di Parkinson: i benefici osservati nei pazienti che non tollerano la LevoDopa


Gli effetti della stimolazione del nucleo subtalamico (STN) sono stati valutati nei pazienti con malattia di Parkinson che non tollerano la LevoDopa con malattia di Parkinson.

Questi pazienti (gruppi I, n=7) erano moderatamente o gravemente invalidi (stadio III-IV di Hoehn e Yahr durante il periodo off), ed assumevano solo una piccola dose di LevoDopa (dose equivalente a 400 mg/die) a causa della scarsa tollerabilità.

I risultati sono stati analizzati confrontandoli con quelli ottenuti nei pazienti con malattia di Parkinson avanzata (gruppo II , n=7), che erano gravemente invalidi (stadio IV-V Hoehn e Yahr durante il periodo off ) ed erano trattati con alti dosaggi di LevoDopa (500-900 mg/die).

I pazienti sono stati valutati due volte al 6° e all’8° mese dopo l’intervento chirurgico.
Per determinare i benefici forniti dalla stimolazione del nucleo subtalamico nelle attività giornaliere, i pazienti sono stati mantenuti con lo stesso regime terapeutico a dosaggi di farmaco ottimali.

La stimolazione veniva sospesa durante la notte per almeno 12 ore.

Sono stati registrati i punteggi nel periodo on ed off secondo la scala Unified Parkinson’s Disease Reating Scale.

La stimolazione del nucleo subtalamico ha migliorato in modo sensibile l’attività motoria giornaliera ed i punteggi totali nel gruppo I dei pazienti.

Il tempo percentuale di immobilità (stadio IV e V di Hoehn e Yahr) si è azzerato nei pazienti che erano immobili in modo intermittente, mentre non stavano ricevendo la stimolazione.

Sono stati dimostrati miglioramenti nei sottopunteggi legati al tremore, rigidità, acinesia ed andatura.

La stimolazione del nucleo subtalamico ha prodotto, in modo meno marcato ma ancora significativo, miglioramenti nelle attività giornaliere e nei punteggi motori nel gruppo II dei pazienti.

Il tempo percentuale di immobilità così come il dosaggio equivalente di LevoDopa, sono stati ridotti nei pa zienti che manifestavano immobilità intermittente con pronunciate fluttuazioni motorie mentre non stavano ricevendo stimolazione.

Miglioramenti sono stati dimostrati nei sottopunteggi per il tremore, rigidità, e discinesia in questi pazienti.

Al contrario, la stimolazione del nucleo subtalamico non ha migliorato le attività totali giornaliere in tutti i pazienti che sono diventati non responsivi alla dose tollerabile della LevoDopa.
Questi pazienti sono rimasti immobili, anche se i sottopunteggi per il tremore e la rigidità di risultavano migliorati dopo stimolazione.

Nei pazienti che non tollerano la LevoDopa la stimolazione del nucleo subtalamico può ridurre i livelli di LevoDopa richiesti.

Inoltre la stimolazione del nucleo subtalamico permette un impiego di dosaggi più bassi di LevoDopa, riducendo in tal modo il rischio di insorgenza di effetti indesiderati dovuti a questo farmaco.

Katayama Y et al, J Neurosurg 2001; 95: 213-221
Xagena 2002


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