Aspirina nella prevenzione primaria


La sfida avviata per definire il possibile beneficio netto derivante dalla prescrizione di Aspirina [ Acido Acetilsalicilico ] per individui senza precedenti cardiovascolari consiste nell’avere a disposizione una stima attendibile della probabilità di incorrere in eventi ischemici rispetto agli eventi emorragici.
Il ruolo del medico dovrebbe essere quello di incoraggiare l’assunzione di Aspirina per gli individui a elevata probabilità di eventi cardiovascolari e bassa probabilità di emorragie e di scoraggiarla in caso contrario.

I modelli di analisi proposti finora circa il rapporto rischio/beneficio attribuiscono la stessa importanza agli eventi ischemici non-fatali e a quelli emorragici. Escludendo l’ictus emorragico, con le sue spesso drammatiche conseguenze in termini di disabilità e mortalità, che costituisce solo un quinto dei sanguinamenti maggiori, e gli eventi emorragici maggiori del tratto digestivo che sono meno frequenti di quelli minori e comunque facilmente gestibili in elezione, probabilmente molti pazienti potrebbero scegliere comunque di accettare un aumento moderato del rischio emorragico conseguente alla terapia con Aspirina al fine di prevenire gli eventi ischemici cardiovascolari e cerebrovascolari.
Secondo la USPSTF ( U.S. Preventive Services Task Force ) è anche fondamentale tenere in considerazione l’opinione e le preferenze del paziente informato.

In questo contesto la riduzione dell’incidenza e della mortalità per tumore potrebbe essere di grande rilevanza per estendere l’indicazione del trattamento con Aspirina.

Sono in corso 5 studi sul ruolo dell’Aspirina nella prevenzione primaria che potrebbero contribuire a colmare la carenza dei dati oggi a nostra disposizione.

Lo studio ACCEPT-D ( Aspirin and Simvastatin Combination for Cardiovascular Events Prevention Trial in Diabetes ) valuterà i benefici dell’aggiunta dell’Aspirina a basso dosaggio nei pazienti diabetici che già assumono Simvastatina.
L’endpoint primario composito include: morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non-fatale, ictus non-fatale e ricovero per cause cardiovascolari ( sindrome coronarica acuta, attacco ischemico transitorio [ TIA ], arteropatia periferica ).
È previsto un arruolamento di circa 5170 pazienti ed il raggiungimento di 515 eventi complessivi.

Lo scopo dello studio ASCEND ( A Study of Cardiovascular Events iN Diabetes ) è quello di valutare, nei pazienti diabetici senza precedenti eventi aterotrombotici, se la terapia con 100 mg di Aspirina sia in grado di ridurre in maniera significativa il numero di eventi cardiovascolari maggiori rispetto a quella con placebo e/o 1 grammo di Acidi grassi polinsaturi Omega-3 e di quantificare gli eventi avversi, in particolare quelli emorragici.
L’endpoint primario composito è costituito da: morte per cause cardiovascolari escluso l’ictus emorragico, infarto miocardico non-fatale, ictus non-fatale, attacco ischemico transitorio.

Lo studio ARRIVE ( Aspirin to Reduce Risk of Initial Vascular Events ) è uno studio internazionale, randomizzato, in doppio cieco con placebo, rivolto a valutare l’efficacia in prevenzione primaria e la sicurezza della terapia con 100 mg di Aspirina gastroprotetta in pazienti a rischio stimato di eventi cardiovascolari maggiori del 15% a 10 anni ( pazienti di sesso maschile di età superiore o uguale a 50 anni e con 2-3 fattori di rischio cardiovascolare e pazienti di sesso femminile di età superiore o uguale a 60 anni con 3 o più fattori di rischio ).
Lo studio prevede il reclutamento di circa 12.000 pazienti, una durata stimata di circa 5 anni ed il raggiungimento di 1488 eventi complessivi.
L’endpoint composito primario è rappresentato da morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non-fatale e ictus non-fatale.

Lo studio ASPREE ( Aspirin in Reducing Events in the Elderly ) esaminerà i benefici dell’Aspirina nella riduzione dell’infarto miocardico, ictus, demenza e di alcuni tipi di tumore in soggetti di età superiore a 65 anni ( 70 anni per l’etnia caucasica ) rispetto ai potenziali rischi, in particolare di sanguinamento.
Lo studio determinerà inoltre il prolungamento degli anni di vita liberi da disabilità.
L’endpoint primario è costituito da: morte per tutte le cause, demenza e disabilità fisica persistente. L’endpoint secondario è costituito da: eventi cardiovascolari e cerebrovascolari fatali e non-fatali, ospedalizzazione per scompenso cardiaco, tumore fatale e non-fatale, eventi emorragici maggiori, depressione. ( Xagena2017 )

Fonte: SIPREC, 2017

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