Sindrome coronarica acuta: perché l’Atorvastatina ha fornito risultati migliori rispetto alla Simvastatina ?


Nel corso degli ultimi anni gli studi clinici che hanno valutato le statine hanno fornito risultati più che positivi, ampliando il campo di impiego di questi farmaci.

Le conclusioni dello studio A to Z Phase Z hanno, pertanto, creato sorpresa.

Lo studio A to Z Phase Z ha valutato l’effetto del trattamento aggressivo con le statine nei pazienti con sindrome coronarica acuta.

Parte dei pazienti sono stati trattati per 1 mese con Simvastatina 40mg/die con successivo aumento del dosaggio ad 80mg/die ( strategia aggressiva ), mentre altri hanno ricevuto per i primi 4 mesi placebo e successivamente Simvastatina 20mg/ ( strategia non aggressiva ).

La strategia aggressiva non ha prodotto un beneficio significativo nei confronti dell’end point primario, che comprendeva morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico, riospedalizzazione per sindrome coronarica acuta o ictus.

Di contro, la Simvastatina ad alto dosaggio ( 80mg/die ) è risultata associata ad un elevato rischio di miopatia ( 9 pazienti, con incidenza dello 0.4% ).

Lo studio PROVE IT ( Pravastatin or Atorvastatin Evaluation and Infection Therapy Trial ) aveva dimostrato che il trattamento aggressivo con Atorvastatina 80mg/die era in grado di fornire una maggiore protezione nei confronti degli eventi cardiovascolari maggiori rispetto al trattamento standard con Pravastatina 40mg/die.

In un editoriale pubblicato su JAMA, Steve E. Nissen, della Cleveland Clinic Foundation ha cercato di spiegare l’insuccesso della Simvastatina nello studio A to Z Phase Z, anche alla luce dei benefici di un’altra statina, l’Atorvastatina, nei pazienti con sindrome coronarica acuta.

Secondo Nissen, i diversi effetti della terapia con le statine nella sindrome coronarica acuta non possono essere spiegate solo dalla riduzione del colesterolo LDL.

Le statine presentano una varietà di effetti antinfiammatori ed antiproliferativi.

Nei due studi clinici MIRACL e PROVE IT, nei quali le statine hanno mostrato benefici, la riduzione dei livelli di proteina C reattiva è stata maggiore rispetto allo studio A to Z Phase Z.

Nissen ha ipotizzato che i benefici precoci del trattamento con le statine siano da ascrivere agli effetti antinfiammatori, mentre i benefici tardivi sarebbero invece modulati dalla riduzione del colesterolo LDL.

Quale insegnamento dallo studio A to Z Phase Z ?

Nissen ritiene che il dosaggio di 80mg/die di Simvastatina potrebbe essere considerato un livello soglia in cui si possono verificare effetti tossici quali la miopatia.
Questo richiede una certa cautela nell’uso della Simvastatina..
Fino al dosaggio di 40mg/die la Simvastatina può essere considerata un farmaco sicuro ed efficace. ( Xagena2004 )

Fonte: JAMA, 2004

Cardio2004 Farma2004


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