Tysabri associato ad Avonex riduce la percentuale di recidive nella sclerosi multipla


I dati ad 1 anno dello studio clinico di fase II SENTINEL, presentati al 57th Annual Meeting – American Academy of Neurology, hanno mostrato che quando Natalizumab ( Tysabri ) viene associato all’Interferone beta-1a ( Avonex ) nei pazienti con forme recidivanti di sclerosi multipla, la percentuale annualizzata di recidiva clinica si è ridotta del 54% rispetto al solo trattamento con Avonex ( p < 0.001 ).

Inoltre, l’aggiunta di Tysabri ad Avonex ha prodotto un numero inferiore di nuove lesioni iperintense in T2 o di recente espansione e di lesioni captanti il gadolinio rispetto al solo Avonex.
La proporzione di pazienti trattati con Tysabri/Avonex libera da recidive è stata significativamente maggiore che non nel gruppo Avonex.

Nel febbraio 2005, la Biogen Idec e la Elan Corporation hanno annunciato il ritiro volontario di Tysabri dal mercato statunitense e la sospensione di tutti gli studi clinici in corso.
Tale decisione era avvenuta sulla base di alcuni casi di leucoencefalopatia progressiva multifocale, una malattia demielinizzante del sistema nervoso centrale, rara e frequentemente fatale.
Attualmente sono in corso accertamenti sulla sicurezza del Tysabri, ed i suoi possibili legami con la leucoencefaloptia progressiva multifocale.

SENTINEL è uno studio a due anni randomizzato, multicentrico, controllato con placebo e condotto in doppio cieco, effettuato su 1171 pazienti trattati con Avonex presso 123 Centri a livello mondiale.
I pazienti in trattamento con Avonex che ancora manifestavano attività di malattia sono stati randomizzati a ricevere una trattamento aggiuntivo con Tysabri ( n = 589 ) o placebo ( n = 582 ), oltre al loro regime standard.

L’end point primario ad 1 anno era rappresentato dalla riduzione della percentuale di recidiva clinica.

L’aggiunta di Tysabri ad Avonex ha comportato una riduzione del 54% delle recidive cliniche rispetto al solo Avonex ( p < 0.001 ).
La percentuale annualizzata di recidiva è stata dello 0.36 per i pazienti trattati con l’associazione Avonex/Tysabri contro lo 0.78 con Avonex associato a placebo.

Nei pazienti con un punteggio alla scala EDSS ( Expanded Disability Status Scale ) pari o superiore a 4, Tysabri ha ridotto la percentuale di recidiva del 51%, mentre nei pazienti con un punteggio inferiore a 4 la riduzione è stata del 53%.

Inoltre, nei pazienti con più di 2 episodi di recidiva nell’anno precedente all’ingresso nello studio, Tysabri ha ridotto la percentuale annualizzata del 55%, mentre nei pazienti con un episodio di recidiva, Tysabri ha ridotto la percentuale annualizzata di recidiva del 53%.

Lo studio SENTINEL ha anche incontrato tutti gli endpoint secondari, comprese le misurazioni della risonanza magnetica per immagini ( MRI ).

Nel gruppo trattato con Tysabri ed Avonex, il 67% dei pazienti non ha sviluppato alcuna lesione iperintensa in T2 di nuova insorgenza o ingrandimento recente, rispetto al 40% dei pazienti trattati con Avonex associato a placebo ( p < 0.001 ).

Alla scansione MRI ad 1 anno, il 96% dei pazienti in trattamento combinato con Tysabri ed Avonex non ha riportato alcuna lesione captante il gadolinio, rispetto al 76% dei pazienti su Avonex più placebo ( p < 0.001 ).

La percentuale dei pazienti rimasta libera da recidive è stata del 67% nel gruppo in terapia combinata rispetto al 46% del gruppo in monoterapia ( p < 0.001 ).

I più comuni eventi avversi hanno compreso cefalea, fatica, infezioni del tratto urinario, depressione, infezioni del tratto respiratorio inferiore, dolore articolare e disturbo addominale.

Infezioni gravi si sono manifestate nell’1.3% dei casi su placebo e nel 2.1% dei casi su Tysabri.

Il trattamento con Tysabri è stato correlato con reazioni di ipersensibilità, comprese reazioni sistemiche gravi, che si sono manifestate con un’incidenza inferiore all’1% dei pazienti.

I due casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva si sono manifestati in pazienti con sclerosi multipla in trattamento da più di due anni con Avonex associato a Tysabri.

Tutti i farmaci di natura biologica hanno la potenzialità di indurre la formazione di anticorpi.
L’ analisi dei risultati ad un anno hanno indicato un basso livello di immunogenicità associata a Tysabri.
I pazienti sono stati sottoposti a test immunologici ogni 12 mesi sia nello studio AFFIRM che nello studio SENTINEL.

La presenza di anticorpi è stata rilevata in circa il 10% dei pazienti almeno una volta durante il periodo di trattamento, ed il 6% dei pazienti è rimasto persistentemente positivo.
Tale persistenza è stata correlata ad una sostanziale diminuzione di efficacia ed a un incremento degli eventi avversi associati all’infusione. ( Xagena2005 )

Fonte: Biogen Idec, 2005

Neuro2005 Farma2005


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