Cediranib versus Bevacizumab come trattamento di prima linea associato a chemioterapia mFOLFOX6 nei pazienti con carcinoma colorettale avanzato
È stato condotto uno studio per confrontare l’efficacia di Cediranib ( un inibitore tirosin-chinasico del recettore del fattore di crescita dell’endotelio vascolare [ VEGFR TKI ]; Recentin ) con quella di Bevacizumab ( anticorpo monoclonale anti-VEGF-A; Avastin ) in combinazione con chemioterapia come trattamento di prima linea per il carcinoma colorettale mestastatico in stadio avanzato.
Lo studio HORIZON III [ Cediranib Plus FOLFOX6 Versus Bevacizumab Plus FOLFOX6 in Patients With Untreated Metastatic Colorectal Cancer ] prevedeva un disegno adattativo di fase II/III.
I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 1:1:1 a ricevere mFOLFOX6 [ Oxaliplatino 85 mg/m2 e Leucovorina 400 mg/m2 per via intravenosa seguiti da Fluorouracile 400 mg/m2 per via intravenosa al giorno 1 e in seguito infusione continua di 2400 mg/m2 nelle successive 46 ore ogni 2 settimane ] con Cediranib ( 20 o 30 mg al giorno ) oppure Bevacizumab ( 5 mg/kg ogni 14 giorni ).
Una analisi indipendente ha concluso che mFOLFOX6 / Cediranib 20 mg soddisfaceva i criteri predefiniti per la continuazione; i successivi pazienti hanno ricevuto mFOLFOX6 / Cediranib 20 mg o mFOLFOX6 / Bevacizumab ( con assegnazione causale in un rapporto 1:1 ).
L’obiettivo primario era confrontare la sopravvivenza libera da progressione.
In totale, 1422 pazienti hanno ricevuto mFOLFOX6 / Cediranib 20 mg ( n=709 ) oppure mFOLFOX6 / Bevacizumab ( n=713 ).
L’analisi primaria non ha rilevato differenze significative tra i bracci per quanto riguarda la sopravvivenza libera da progressione ( hazard ratio [ HR ], 1.10; P=0.119 ), sopravvivenza generale ( HR=0.95; P=0.541 ) o tasso di risposta generale ( 46.3% versus 47.3% ).
La sopravvivenza mediana libera da progressione e la sopravvivenza generale sono state, rispettivamente, pari a 9.9 e 22.8 mesi per mFOLFOX6 / Cediranib e 10.3 e 21.3 mesi per mFOLFOX6 / Bevacizumab.
La soglia superiore dell’intervallo di confidenza al 95% per la sopravvivenza libera da progressione è risultata al di fuori del limite predefinto di non-inferiorità ( HR inferiore a 1.2 ).
Eventi avversi comuni con incidenza superiore a 5% nel braccio Cediranib includevano diarrea, neutropenia e ipertensione.
I pazienti trattati con Cediranib hanno completato meno cicli di chemioterapia rispetto a quelli trattati con Bevacizumab ( mediana 10 vs 12 cicli ).
Gli esiti riportati dai pazienti sono risultati significativamente meno favorevoli nei pazienti trattati con Cediranib versus quelli trattati con Bevacizumab ( P inferiore a 0.001 ).
In conclusione, l’attività di Cediranib, in termini di sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza generale, è risultata comparabile a quella di Bevacizumab quando aggiunto a mFOLFOX6; tuttavia, il limite predefinito di non-inferiorità per la sopravvivenza libera da progressione non è stato rispettato.
Il profilo di sicurezza di Cediranib è risultato in linea con quello emerso dai precedenti studi ma ha portato a esiti riportati dai pazienti meno favorevoli rispetto a Bevacizumab. ( Xagena2012 )
Schmoll HJ et al, J Clin Oncol 2012; 30: 3588-3595
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