Assunzione a lungo termine di Calcio e tassi di mortalità cardiovascolare e mortalità per tutte le cause


È stata studiata l'associazione tra assunzione a lungo termine di Calcio nella dieta e tramite integratori e mortalità per tutte le cause e per le malattie cardiovascolari.

Uno studio prospettico svedese con una coorte di pazienti sottoposte a mammografia tra il 1987 e il 1990 ha coinvolto 61.433 donne ( nate tra il 1914 e il 1948 ), seguite per una mediana di 19 anni.

Le misure di esito primario erano: il tempo alla morte per tutte le cause ( n=11.944 ) e per cause specifiche ( malattia cardiovascolare [ n=3.862 ], cardiopatia ischemica [ n=1.932 ] e ictus [ n=1.100 ] ).

La dieta è stata valutata mediante questionari di frequenza alimentare al basale e nel 1997 per 38.984 donne, e sono state stimate le assunzioni di Calcio.
L’assunzione totale di Calcio era la somma del Calcio nella dieta e del Calcio da integratori.

I modelli di rischio con l'assunzione di Calcio nella dieta erano non-lineari, con tassi più elevati concentrati intorno alle assunzioni più alte ( maggiori o uguali a 1400 mg/die ).

Confrontate con assunzioni tra 600 e 1000 mg/die, le assunzioni sopra i 1400 mg/die sono state associate a più alti tassi di mortalità per tutte le cause ( hazard ratio, HR=1.40 ), malattie cardiovascolari ( HR=1.49 ) e cardiopatia ischemica ( HR=2.14 ), ma non da ictus ( HR=0.73 ).

Dopo l'analisi di sensibilità, un tasso di mortalità più elevato con bassa assunzione di Calcio nella dieta ( minore di 600 mg/die ) o con assunzione di Calcio totale bassa e alta non è stato più evidente.

L'uso di compresse di Calcio ( utilizzatori 6%; 500 mg di Calcio per compressa ) non è stato in media associato a mortalità per tutte le cause o a causa-specifica, ma tra gli utilizzatori di compresse a base di Calcio con un apporto di Calcio nella dieta di 1.400 mg/die l’hazard ratio per tutte le cause di mortalità è stato pari a 2.57.

In conclusione, elevate assunzioni di Calcio nelle donne sono associate ad alti tassi di mortalità per tutte le cause e per malattie cardiovascolari, ma non per ictus. ( Xagena2013 )

Michaëlsson K et al, BMJ2013; 346: f228

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