Cardioxane associato a un amento del rischio di sviluppo di secondi tumori maligni nei bambini
Novartis, in accordo con l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha informato i medici che alcuni dati pubblicati suggeriscono che, nei bambini, l’incidenza di secondi tumori primari maligni potrebbe aumentare quando Cardioxane ( Dexrazoxane ) è aggiunto ad un regime comprendente diversi agenti chemioterapici, in particolare altri inibitori della topoisomerasi II.
Il Riassunto delle Caratteristiche del prodotto è stato aggiornato con l’inserimento delle informazioni relative all’aumento del rischio di secondi tumori maligni, come segue:
Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego
Negli studi clinici, sono stati riportati casi di secondi tumori maligni in pazienti pediatrici con linfoma di Hodgkin e leucemia linfoblastica acuta in trattamento con regimi di chemioterapia con diversi farmaci citotossici ( ad esempio Etoposide, Doxorubicina, Ciclofosfamide ).
Dal momento che il Dexrazoxane è un agente citotossico, con un’attività inibente la topoisomerasi II, la combinazione del Dexrazoxane con la chemioterapia potrebbe potenzialmente aumentare il rischio di secondi tumori maligni.
Effetti indesiderati
Sono state osservate leucemia mieloide acuta o sindrome mielodisplastica secondarie in pazienti pediatrici con linfoma di Hodgkin o leucemia linfoblastica acuta che hanno ricevuto Dexrazoxane in combinazione con la chemioterapia.
Ulteriori informazioni sulla sicurezza
Dexrazoxane è un analogo dell’acido etilendiamminotetraacetico ( EDTA ) con un’attività inibente la topoisomerasi II. E‘ indicato per la prevenzione della cardiotossicità cronica cumulativa causata dall’uso di Doxorubicina o Epirubicina in pazienti affetti da tumore avanzato e/o metastatico dopo terapia con antracicline.
Una pubblicazione ( Tebbi CK et al, J Clin Oncol 2007; 25: 493-500 ) ha riportato eventi inattesi emersi durante 2 studi clinici condotti in pazienti pediatrici con linfoma di Hodgkin trattati con Dexrazoxane come protettore cardiopolmonare e con Doxorubicina, Bleomicina, Vincristina ed Etoposide ( ABVE ) o ABVE-PC ( Prednisone, Ciclofosfamide ).
Un totale di 8 pazienti ha sviluppato leucemia mieloide acuta o sindrome mielodisplastica; di questi, 6 stavano ricevendo il trattamento con Dexrazoxane. Ci sono stati 2 casi di tumori solidi ( osteosarcoma e carcinoma papillare tiroideo ), entrambi in pazienti in trattamento con Dexrazoxane.
L’incidenza cumulativa di secondi tumori maligni a 4 anni, è risultata essere del 3.43% +/- 1.2% nei pazienti che ricevevano Dexrazoxane e dello 0.85% +/- 0.6% nei pazienti che non lo ricevevano ( p=0.06 ).
Questa insolita distribuzione di casi di leucemia mieloide acuta o sindrome mielodisplastica, e tumori solidi suggerisce che la manifestazione di secondi tumori maligni potrebbe essere attribuibile, almeno in parte, all’effetto della combinazione di Dexrazoxane con altri inibitori della topoisomerasi II ( ad esempio Etoposide, Doxorubicina ).
Salzer WL et al ( Leucemia 2010; 24: 355-370 ) hanno riportato i risultati a lungo termine di studi pediatrici nella leucemia linfoblastica acuta, incluso uno studio in cui l’incidenza cumulativa a 10 anni di secondi tumori maligni era del 4.2 +/- 2.2% in pazienti che avevano ricevuto Dexrazoxane, verso il 1.3 +/- 0.9% in quelli che non l’avevano ricevuto. In questo studio i pazienti sono stati trattati con un solo inibitore della topoisomerasi, la Doxorubicina.
Sebbene sia riconosciuto che la patologia di base e la somministrazione di chemioterapia possano esse stesse predisporre ad un secondo tumore maligno, non può essere escluso il rischio potenziale di un secondo tumore maligno primario nei bambini quando Cardioxane viene somministrato con diversi agenti citotossici. ( Xagena2010 )
Fonte: AIFA, 2010
Farma2010 Pedia2010 Onco2010 Emo2010
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