Radiazioni emesse da cariche accelerate più Cisplatino con o senza Cetuximab per carcinoma di testa e collo di stadio III/IV


La combinazione di Cisplatino o Cetuximab ( Erbitux ) con radiazioni migliora la sopravvivenza globale dei pazienti con tumore di testa e collo di stadio III o IV.
I regimi con Cetuximab più Platino aumentano anche la sopravvivenza globale nel carcinoma metastatico di testa e collo.
Ricercatori del gruppo RTOG ( Radiation Therapy Oncology Group ) ha avviato uno studio di fase III per verificare l'ipotesi secondo cui l'aggiunta di Cetuximab alla terapia con radiazioni e Cisplatino possa migliora la sopravvivenza libera da progressione.

I pazienti eleggibili con cancro di testa e collo di stadio III o IV sono stati assegnati in modo casuale a ricevere radioterapia e Cisplatino senza Cetuximab ( braccio A ) o con Cetuximab ( braccio B ).

Le reazioni acute e tardive sono state misurate mediante Common Terminology Criteria for Adverse Events ( versione 3 ) [ CTCAE v3.0 ).

Degli 891 pazienti analizzati, 630 erano vivi all’analisi ( follow-up medio, 3.8 anni ).

Cetuximab più Cisplatino associato a radiazioni, rispetto al solo Cisplatino con radiazioni, ha portato a: interruzioni più frequenti della radioterapia ( 26.9% vs 15.1%, rispettivamente ); simile assunzione di Cisplatino ( media, 185.7 mg/m2 vs 191.1 mg/m2, rispettivamente ); maggiore incidenza di mucosite da radiazioni di grado 3 a 4 ( 43.2% vs 33.3%, rispettivamente ), eruzioni cutanee, affaticamento, anoressia, ipopotassiemia, ma non a più tossicità tardiva.

Non sono state riscontrate differenze tra i bracci A e B riguardo alla mortalità a 30 giorni ( 1.8% vs 2.0%, rispettivamente; P=0.81 ), nella sopravvivenza libera da progressione a 3 anni ( 61.2% vs 58.9%, rispettivamente; P=0.76 ), nella sopravvivenza globale a 3 anni ( 72.9% vs 75.8%, rispettivamente; P=0.32 ), nel fallimento locoregionale ( 19.9% vs 25.9%, rispettivamente; P=0.97 ), o nelle metastasi a distanza ( 13.0% vs 9.7%, rispettivamente; P=0.08 ).

I pazienti con carcinoma orofaringeo p16-positivo, rispetto ai pazienti con carcinoma orofaringeo p16-negativo, hanno presentato una maggiore probabilità di avere sopravvivenza libera da progressione ( 72.8% vs 49.2%, rispettivamente; P minore di 0.001 ) e sopravvivenza globale ( 85.6% vs 60.1%, rispettivamente; P minore di 0.001 ) a 3 anni, ma l’espressione tumorale del recettore del fattore di crescita dell’epidermide ( EGFR ) non ha contraddistinto l’esito.

In conclusione, Cetuximab in aggiunta a Cisplatino associato a radiazioni non ha migliorato il risultato e, quindi, non deve essere prescritto di routine.
La sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale sono risultate più elevate nei pazienti con tumore orofaringeo p16-positivo, ma i risultati non hanno mostrato differenze nella espressione di EGFR. ( Xagena2014 )

Ang KK et al, JCO 2014;32:2940-2950

Onco2014 Neuro2014 Farma2014


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