Pressione arteriosa ed effetti glicemici di Dapagliflozin nei pazienti con diabete di tipo 2 in terapia anti-ipertensiva di combinazione
L'ipertensione è una comorbilità comune nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 e un importante fattore di rischio per le malattie microvascolari e macrovascolari.
Anche se gli effetti di riduzione della pressione arteriosa degli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 ( SGLT2 ) sono già accertati, è necessaria una guida su come utilizzare questi farmaci nei pazienti già in terapia antipertensiva.
E’ stata confrontata la pressione arteriosa e gli effetti glicemici dell’inibitore SGLT2 Dapagliflozin ( Forxiga ), rispetto al placebo nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 e ipertensione non-adeguatamente controllati.
In questo studio in doppio cieco, controllato con placebo, di fase 3, sono stati arruolati pazienti da 311 Centri in 16 Paesi nei 5 continenti.
I pazienti avevano diabete mellito di tipo 2 non-controllato ( HbA1c 7.0%-10.5%; 53-91 mmol/mol ) e ipertensione ( pressione sistolica 140-165 mm Hg e diastolica 85-105 mm Hg sia all’arruolamento che alla randomizzazione, e una pressione arteriosa media nelle 24 ore di 130/80 mm Hg o più secondo il monitoraggio ambulatoriale entro 1 settimana dalla randomizzazione ) e stavano ricevendo farmaci per via orale anti-iperglicemici, Insulina, o entrambi, più un bloccante del sistema renina-angiotensina e un farmaco anti-ipertensivo aggiuntivo.
Sono stati randomizzati i pazienti a Dapagliflozin 10 mg una volta al giorno oppure a placebo, con randomizzazione stratificata per ulteriore uso del farmaco anti-ipertensivo e uso di Insulina al basale.
Gli endpoint coprimari erano rappresentati da cambiamenti nella pressione sistolica da seduti e nella emoglobina glicosilata, misurati nel set di analisi completo, che includeva tutti i pazienti trattati con almeno una dose del farmaco in studio e avevano sia una misurazione basale, sia almeno una misurazione post-basale di efficacia.
Tra il 2010 e il 2012, sono stati assegnati in modo casuale 225 pazienti a Dapagliflozin e 224 a placebo.
La pressione sistolica da seduti è risultata significativamente ridotta nel gruppo assegnato a Dapagliflozin ( variazione media aggiustata rispetto al basale di -11.90 mm Hg ) rispetto al gruppo assegnato al placebo ( -7.62 mm Hg; differenza per Dapagliflozin aggiustata per il placebo -4.28 mm Hg; P=0.0002 ).
Le riduzioni di concentrazioni di HbA1c sono risultate significativamente maggiori nei pazienti assegnati a Dapagliflozin ( variazione media aggiustata rispetto al basale di -0.63% ) rispetto a quelli assegnati al placebo ( -0.02%; differenza aggiustata per il placebo -0.61%; P minore di 0.0001 ).
In un'analisi post-hoc, la differenza di pressione arteriosa rispetto al placebo era maggiore nei pazienti trattati con un beta-bloccante ( -5.76 mm Hg ) o un bloccante dei canali del calcio ( -5.13 mm Hg ) come farmaco anti-ipertensivo aggiuntivo rispetto a quelli trattati con un diuretico tiazidico ( -2.38 mm Hg ).
Gli eventi avversi sono stati simili nei gruppi Dapagliflozin e placebo ( 98 pazienti, 44%, vs 93, 42%, rispettivamente, hanno manifestato almeno un evento avverso ), con pochi eventi avversi correlati alla funzionalità renale ( 1% vs meno di 1% ) o a deplezione di volume ( inferiore a 1% vs 0% ).
Dapagliflozin 10 mg ha migliorato significativamente la pressione arteriosa e l’emoglobina glicata, ed è stato tollerato in modo simile al placebo.
Le sue proprietà nell’abbassare la pressione del sangue sono state particolarmente favorevoli nei pazienti già in trattamento con un beta-bloccante o un calcio-antagonista.
Dapagliflozin potrebbe fornire beneficio ai pazienti con diabete mellito di tipo 2 che hanno bisogno di un effetto simile a quello diuretico per ottimizzare il controllo della pressione arteriosa, aggiungendo efficacia significativa alle terapie farmacologiche anti-ipertensive. ( Xagena2016 )
Weber MA et al, Lancet Diabetes & Endocrinology 2016; 4: 211-220
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