Confronto tra Eptifibatide e Abciximab nell’intervento coronarico percutaneo in pazienti con infarto STEMI


Uno studio ha confrontato Eptifibatide ( Integrilin ) e Abciximab ( ReoPro ) in aggiunta all’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) primario.

È stato dimostrato che l’inibitore del recettore della glicoproteina ( GP ) IIb/IIIa Abciximab come aggiunta all’intervento PCI nei pazienti con infarto del miocardio e sopraslivellamento del tratto ST ( infarto STEMI ) riduce le complicazioni ischemiche e migliora gli esiti clinici.

Ad oggi non sono stati effettuati studi per confrontare l’efficacia di un altro inibitore del recettore della GP IIb/IIIa, Eptifibatide, e Abciximab nell’intervento coronarico percutaneo primario.

In totale, 427 pazienti con infarto STEMI inferiore alle 12 ore e con un intervento coronarico percutaneo pianificato sono stati randomizzati a ricevere un doppio bolo di Eptifibatide ( n=226 ) seguito da infusione di 24 ore, oppure un singolo bolo di Abciximab ( n=201 ) seguito da infusione per 12 ore.

In questo studio di non-inferiorità, l’endpoint primario era l’incidenza di completa ( maggiore o uguale a 70% ) risoluzione del tratto ST 60 minuti dopo l’intervento coronarico percutaneo, una misura della riperfusione del miocardio.

L’assunzione era un 60% di tasso di completa risoluzione del tratto ST nel gruppo Abciximab e il margine di non-inferiorità è stato fissato al 15%.

L’incidenza di risoluzione completa del tratto ST a 60 minuti dopo l’intervento coronarico percutaneo nell’analisi intention-to-treat è stata pari al 62.6% dopo Eptifibatide e 56.3% dopo Abciximab ( differenza aggiustata: 7.1% ).

Nel gruppo Eptifibatide e nel gruppo Abciximab, rispettivamente, è stata riscontrata un’incidenza di mortalità per tutte le cause pari a 6.2% versus 4.5% ( p=0.50 ); re-infarto 0.4% versus 3.5% ( p=0.03 ); rivascolarizzazione del vaso target 4.4% versus 6.5% ( p=0.40 ); l’endpoint combinato di morte, reinfarto non-fatale e rivascolarizzazione del vaso target 10.6% versus 10.9% ( p=0.90 ); ictus 0.5% versus 0.5% ( p=1.00 ) dopo 6 mesi e complicazioni da sanguinamento maggiore secondo TIMI 4.0% versus 2.0% ( p=0.20 ) dopo 30 giorni.

In conclusione, Eptifibatide come aggiunta all’intervento coronarico percutaneo è efficace quanto Abciximab per quanto riguarda la risoluzione del tratto ST. ( Xagena2010 )

Zeymer U et al, J Am Coll Cardiol 2010; 56: 463-469


Cardio2010 Farma2010


Indietro

Altri articoli

Il regime ottimale antiaggregante nei pazienti elettivi sottoposti a complessi interventi coronarici percutanei ( PCI ) non è ben definito.Lo...


Nello studio EARLY ACS ( Early Glycoprotein IIb/IIIa Inhibition in Patients with Non-ST-Segment Elevation Acute Coronary Syndrome ), l’uso routinario...


E’ stata valutata la non-inferiorità di Eptifibatide ( Integrilin ) rispetto ad Abciximab ( ReoPro ) in pazienti con infarto...


Gli inibitori della glicoproteina IIb/IIIa ( Gp IIb/IIIa ) sono indicati nei pazienti con sindromi coronariche acute che devono essere...


L’embolizzazione distale di materiale aterotrombotico durante intervento coronarico percutaneo ( PCI ) primario è associato ad alterata perfusione miocardica, abnorme...


Un sottostudio del trial INTEGRITI ( Integrilin and Tenecteplase in Acute Myocardial Infarction ) ha valutato l’effetto della terapia di...


Un sottostudio del trial INTEGRITI ( Integrilin and Tenecteplase in Acute Myocardial Infarction ) ha valutato l’effetto della terapia di...


Gli inibitori della glicoproteina ( GP ) IIb/IIIa rappresentano un’opzione terapeutica nei pazienti con sindromi coronariche acute. Recenti evidenze hanno...


Lo scopo dello studio è stato quello di valutare l’ipotesi che l’Eptifibatide, associata ad un riodtto dosaggio di tPA (tissue...