Jakavi nel trattamento della mielofibrosi
Jakavi è un farmaco che contiene il principio attivo Ruxolitinib, che trova indicazione nel trattamento di adulti con mielofibrosi che hanno splenomegalia ( ingrossamento della milza ) o sintomi correlati come febbre, sudorazione notturna, dolore alle ossa e perdita di peso.
La mielofibrosi è una malattia in cui il midollo osseo diventa molto denso e rigido e produce cellule ematiche anomale, immature. Jakavi può essere usato in tre tipi della malattia: mielofibrosi primaria ( nota anche come mielofibrosi idiopatica cronica laddove la causa sia sconosciuta ), mielofibrosi post-policitemia vera o mielofibrosi post-trombocitemia essenziale ( laddove la malattia è collegata a iperproduzione di globuli rossi ) e mielofibrosi post-trombocitemia essenziale ( laddove la malattia è collegata a iperproduzione di piastrine, componenti che aiutano il sangue a coagularsi ).
Poiché il numero di pazienti con questa malattia è basso, essi sono considerati rari e Jakavi è stato designato come medicinale orfano per la mielofibrosi idiopatica cronica, il 7 novembre 2008, e per mielofibrosi post-policitemia vera o post-trombocitemia essenziale il 3 aprile 2009.
Jakavi è disponibile in compresse da 5, 15 e 20 mg.
Il trattamento con Jakavi deve essere instaurato solo da un medico esperto nel trattamento dei pazienti con agenti antitumorali. Prima di iniziare il trattamento si deve effettuare una conta completa delle cellule ematiche del paziente con monitoraggio durante il trattamento. La dose iniziale raccomandata è di 5 mg, 15 mg o 20 mg due volte al giorno, a seconda della conta piastrinica, che può essere aumentata di 5 mg se il trattamento non è considerato sufficientemente efficace. Una dose inferiore deve essere usata in pazienti con conta piastrinica ridotta, compromissione della funzionalità epatica o grave compromissione della funzionalità renale e in pazienti che assumono altri farmaci.
Il trattamento deve essere interrotto se i livelli di piastrine o neutrofili nel sangue del paziente scende sotto certe soglie o se non c’è stato alcun miglioramento nelle dimensioni della milza o nei sintomi dopo sei mesi.
Il principio attivo di Jakavi, Ruxolitinib agisce bloccando un gruppo di enzimi noti come Janus chinasi ( Janus kinases, JAKs ) che hanno un ruolo nella produzione e nella crescita delle cellule ematiche. Nella mielofibrosi esse sono super attivate il che porta alla produzione di molte cellule ematiche anomale, immature. Queste cellule ematiche immature migrano verso gli organi, tra cui la milza, facendo sì che si ingrossino.
Bloccando gli enzimi, Jakavi riduce la produzione di cellule ematiche anomale riducendo di conseguenza l’ingrossamento della milza e i sintomi della malattia.
Jakavi è stato oggetto di indagine in due studi principali che hanno coinvolto 528 pazienti con mielofibrosi. Il primo studio ha messo a confronto Jakavi con placebo. Il secondo studio ha messo a confronto Jakavi con il miglior trattamento disponibile che comprendeva diversi tipi di medicinali come agenti antitumorali, ormoni e immunosoppressori. La misura principale dell’efficacia era la percentuale di pazienti la cui milza si era ridotta nelle dimensioni di almeno il 35%, misurata dopo sei mesi nel primo studio e dopo un anno nel secondo.
Jakavi era più efficace del placebo e del miglior trattamento possibile nel ridurre le dimensioni della milza. Nel primo studio, la riduzione target delle dimensioni della milza è stata raggiunta nel 42% dei pazienti trattati con Jakavi ( 65 su 155 ) in confronto a meno dell’1% di pazienti a cui era stato somministrato placebo.
Nel secondo studio, la riduzione target delle dimensioni della milza è stata raggiunta nel 29% dei pazienti trattati con Jakavi ( 41 su 144 ) in confronto a meno dello 0% di pazienti a cui era stato somministrato placebo ( 0 su 72 ).
Gli effetti indesiderati più comuni con Jakavi ( riscontrati in più di 1 paziente su 10 ) sono: trombocitopenia, anemia, neutropenia, infezioni del tratto urinario, sanguinamento, lividi, aumento di peso, ipercolesterolemia, capogiri, mal di testa e aumento dei livelli degli enzimi epatici.
Jakavi non deve essere somministrato a soggetti che sono ipersensibili ( allergici ) a Ruxolitinib o a uno qualsiasi degli altri ingredienti. Non deve essere usato in donne in gravidanza o che allattano al seno.
Il CHMP ha ritenuto che la riduzione delle dimensioni della milza e dei sintomi correlate alla mielofibrosi rilevata nei pazienti che assumono Jakavi è clinicamente importante. Il Comitato ha notato che la qualità di vita dei pazienti trattati con Jakavi era migliorata ma che gli effetti del medicinale dovevano ancora essere valutati in termini di allungamento della vita dei pazienti o di ritardo nella progressione della malattia o dell’insorgere della leucemia. Per quanto riguarda la sicurezza, il Comitato ha considerato che il rischio di infezioni è accettabile ma deve essere ulteriormente monitorato mentre altri rischi, come sanguinamento o riduzione delle conte delle cellule ematiche, possono essere gestiti in modo appropriato.
Il CHMP ha pertanto deciso che i benefici di Jakavi sono maggiori dei suoi rischi.
Fonte: EMA, 2013
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