Accorciamento farmaco-indotto del intervallo QT in seguito a trattamento con il farmaco antiepilettico Rufinamide
Il potenziale aritmogeno degli intervalli QT brevi è stato recentemente evidenziato nei pazienti con sindrome del QT corto.
Il prolungamento del intervallo QT farmaco-indotto è un fattore di rischio noto per le tachiaritmie ventricolari. Tuttavia, i report riguardo all’accorciamento farmaco-indotto dell'intervallo QT sono rari e gli effetti proaritmici rimangono non ben definiti.
La Rufinamide ( Inovelon ) è un farmaco antiepilettico, impiegato come terapia aggiuntiva nel trattamento della sindrome di Lennox-Gastaut.
Studi iniziali hanno mostrato accorciamento dell'intervallo QT indotto da farmaci.
Uno studio ha valutato gli effetti della Rufinamide sugli intervalli QT nei pazienti con epilessie di difficile trattamento.
Sono stati arruolati 19 pazienti consecutivi con sindrome di Lennox-Gastaut e di altre sindromi epilettiche ( n=12 uomini; età media 41 anni ).
Sono stati analizzati gli intervalli QRS, QT, e Tpeak-Tend, prima e durante il trattamento con Rufinamide.
L'intervallo QT medio è risultato ridotto in modo significativo dopo somministrazione di Rufinamide ( in media, intervallo QT: 349 vs 327 ms; intervallo QT corretto: 402 vs 382 ms, p=0.002 ).
Gli intervalli T-peak-T-end erano, in media, 79 ms prima e 70 ms nel corso del trattamento ( P= 0.07 ).
La riduzione media dell'intervallo QT corretto è stata pari, in media, a 20 ms.
Durante il follow-up ( in media, 3.04 anni ), non sono stati osservati eventi avversi sintomatici, tra cui aritmie cardiache o morte cardiaca improvvisa.
Dallo studio è emerso che l’accorciamento dell’intervallo QTc dopo somministrazione orale di Rufinamide in un piccolo gruppo di pazienti non ha prodotto significativi effetti clinici avversi.
Tuttavia, la capacità della Rufinamide di ridurre in modo significativo l'intervallo QT fa presagire un potenziale rischio aritmogeno. I pazienti trattati con Rufinamide dovrebbero, pertanto, sottoporsi a periodiche registrazioni elettrocardiografiche. ( Xagena2012 )
Schimpf R et al, Heart Rhythm 2012; 9: 776-781
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