Problemi di sicurezza dell'uso combinato non autorizzato di Avastin e Sutent


Roche ha fornito nuove importanti informazioni sulla sicurezza relative all'uso combinato di Avastin ( Bevacizumab ) e Sunitinib ( Sutent ).
L'uso di Avastin associato a Sutent non è autorizzato in nessuna indicazione.
Fino a oggi i dati clinici disponibili non sono sufficienti a trarre conclusioni certe relativamente alla sicurezza dell’associazione di Avastin e Sutent.

Le informazioni fanno riferimento a eventi avversi verificatisi in uno studio di fase I, che prevedeva l'associazione di Avastin con dosi crescenti di Sunitinib malato in pazienti con carcinoma renale metastatico ( CRm ). In 5 dei 12 pazienti che assumevano Sunitinib malato al livello posologico maggiore ( 50 mg una volta al giorno ) sono stati riscontrati valori di laboratorio compatibili con un’anemia emolitica microangiopatica ( MAHA, microangiopathic haemolytic anemia ).

Informazioni dettagliate sui dati relativi alla sicurezza

La sicurezza e la dose massima tollerata ( DMT ) di Sunitinib malato in associazione a Bevacizumab sono state valutate in pazienti con CRm in uno studio di fase I, analizzando 3 coorti con una dose fissa di Avastin ( 10 mg/kg/die e.v. ogni 2 settimane ) e con dosi crescenti di Sunitinib ( 25 mg, 37,5 mg, e 50 mg al giorno per via orale, alternando 4 settimane di trattamento e 2 di riposo ).
Fino a oggi sono stati trattati complessivamente 25 pazienti in questo studio, 12 dei quali assegnati al dosaggio di Sunitinib più elevato. In 5 dei 12 pazienti di questa coorte sono stati riscontrati valori di laboratorio compatibili con anemia emolitica microangiopatica ( MAHA ).
In nessun paziente assegnato alle coorti con dosaggi inferiori di Sunitinib è stata diagnosticata MAHA.

La MAHA è una sottotipo di anemia emolitica provocata da lesioni trombotiche nei microvasi e da altre cause meccaniche ed è associata a trombocitopenia e frammentazione dei globuli rossi.
E’ diagnosticata in presenza di schistociti all'esame microscopico dello striscio di sangue e di altre alterazioni dei valori di laboratorio come l'aumento dell'LDH e riduzioni dell'aptoglobina serica. Due dei 5 casi sono stati considerati gravi per la presenza di altri eventi avversi come trombocitopenia, anemia, reticolocitosi, riduzioni dell'aptoglobina sierica, modesti incrementi dei livelli della creatininemia e ipertensione grave, sindrome leucoencefalopatica posteriore reversibile ( SLRP ) e proteinuria. In entrambi i casi gli eventi avversi si sono dimostrati reversibili nelle tre settimane successive alla sospensione di entrambi i farmaci, senza ulteriori interventi.

Queste informazioni hanno portato alla chiusura di uno studio di fase II sponsorizzato da Genentech sulla somministrazione di Sunitinib alla dose di 50 mg con o senza Avastin con uno schema posologico simile, nel CRm in prima linea.

Un'analisi preliminare di questo studio ha evidenziato 2 ulteriori casi di MAHA simili a quelli sopra descritti.

In un altro studio di fase I, sponsorizzato dal National Cancer Institute ( NCI ), relativo all’uso di Sunitinib a dosi crescenti associato a Bevacizumab in diversi tipi di tumore, non sono stati ad oggi riportati casi di MAHA.

Allo stesso modo, nessun episodio di MAHA è stato finora riportato in altri due studi sponsorizzati da Genentech con questa associazione in aggiunta alla chemioterapia nel NSCLC e nel carcinoma mammario. Tuttavia, questi due studi di Genentech, che prevedevano regimi posologici differenti da quelli degli studi di cui sopra ( dose piena di Avastin e dose crescente di Sunitinib fino a 37,5 mg ) sono stati interrotti per la scarsa tollerabilità, principalmente dovuta a mielosoppressione, affaticamento e complicanze gastrointestinali ( ad es. diarrea, anoressia, disidratazione, stomatite ).

L'uso di Avastin associato a Sunitinib malato non è autorizzato in nessuna condizione patologica.

È autorizzata l'associazione di Avastin con:

1) chemioterapia a base di fluoropirimidine nel trattamento dei pazienti con carcinoma metastatico del colon o del retto,

2) Paclitaxel nel trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma mammario metastatico;

3) chemioterapia a base di Platino nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule non resecabile, avanzato, metastatico o recidivante con istologia non a prevalenza squamocellulare;

4) Interferone alfa-2a nel trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma renale metastatico e/o avanzato.( Xagena2008 )

Fonte: AIFA, 2008


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