Sospensione in cieco del trattamento randomizzato a lungo termine con Empagliflozin oppure placebo nei pazienti con insufficienza cardiaca
Non è noto se i benefici degli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 ( SGLT2 ) nell’insufficienza cardiaca persistano dopo anni di terapia.
Negli studi EMPEROR-Reduced ( Empagliflozin Outcome Trials in Chronic Heart Failure With Reduced Ejection Fraction ) ed EMPEROR-Preserved ( Empagliflozin Outcome Trials in Chronic Heart Failure With Preserved Ejection Fraction ), i pazienti con insufficienza cardiaca sono stati assegnati in modo casuale, in doppio cieco, a placebo o Empagliflozin ( Jardiance ) 10 mg/die per una mediana di 16 e 26 mesi, rispettivamente.
Al termine degli studi, 6.799 pazienti ( placebo 3.381, Empagliflozin 3.418 ) sono stati sospesi dal trattamento in modo prospettico in cieco e, di questi, 3.981 ( placebo 2.020, Empagliflozin 1.961 ) sono stati sottoposti a valutazioni di persona prespecificate dopo circa 30 giorni di trattamento interrotto.
Dai 90 giorni dall’inizio del periodo di chiusura alla fine del trattamento in doppio cieco, il rischio annualizzato di morte cardiovascolare o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca è stato inferiore nei pazienti trattati con Empagliflozin rispetto ai pazienti trattati con placebo ( 10.7 versus 13.5 eventi per 100 anni-paziente, rispettivamente; hazard ratio HR=0.76 ).
Quando i farmaci in studio sono stati sospesi per circa 30 giorni, il rischio annualizzato di morte cardiovascolare o ospedalizzazione per insufficienza cardiaca è aumentato nei pazienti che hanno interrotto il trattamento con Empagliflozin ma non in quelli che hanno interrotto il trattamento con placebo ( 17.0 versus 14.1 eventi per 100 anni-paziente, rispettivamente, per Empagliflozin e placebo ).
L'hazard ratio per la variazione del rischio nei pazienti che hanno interrotto il trattamento con Empagliflozin è stato pari a 1.75 ( P=0.0034 ), mentre la variazione del rischio nei pazienti che hanno interrotto il trattamento con placebo non è stata significativa ( hazard ratio, HR=1.12; interazione periodo di tempo per trattamento, P=0.068 ).
Dopo la sospensione, il punteggio KCCQ ( Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire Clinical Summary ) è diminuito di 1.6 nei pazienti che hanno interrotto il trattamento con Empagliflozin rispetto al placebo ( P minore di 0.0001 ).
Inoltre, la sospensione di Empagliflozin è stata accompagnata da aumenti della glicemia a digiuno, del peso corporeo, della pressione arteriosa sistolica, della velocità di filtrazione glomerulare stimata, del frammento N-terminale del pro-peptide natriuretico di tipo B ( NT-proBN ), dell'acido urico e del bicarbonato sierico e da diminuzioni dell'emoglobina e dell'ematocrito ( tutti P minore di 0.01 ).
Questi cambiamenti fisiologici e di laboratorio erano l’opposto degli effetti del farmaco osservati all’inizio degli studi durante l’inizio del trattamento ( circa 1-3 anni prima ) nella stessa coorte di pazienti.
Queste osservazioni hanno dimostrato un effetto persistente di Empagliflozin nei pazienti con insufficienza cardiaca anche dopo anni di trattamento, che si è dissipato rapidamente dopo la sospensione del farmaco. ( Xagena2023 )
Packer M et al, Circulation 2023; 148: 1011-1022
Cardio2023 Farma2023
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