Allattamento al seno nella malattia infiammatoria intestinale: inizio, durata ed effetto sulla malattia nel periodo post-partum


Un gruppo di Ricercatori dell’University of Manitoba, a Winnipeg in Canada, ha valutato pratiche di allattamento al seno e l’impatto dell’allattamento al seno sulle esacerbazioni di malattia nel corso del primo anno dopo il parto in presenza di malattia infiammatoria intestinale.

Le donne in età fertile dal 1985 al 2005 sono state identificate dal Registro di Ricerca delle malattie infiammatorie intestinali dell’ Università di Manitoba.
Sono stati completati questionari relativi alla gravidanza e al periodo post-partum.
I dati relativi all’inizio e alla durata dell’allattamento al seno sono stati confrontati con quelli dei dati regionali di popolazione.

Delle 204 donne idonee per lo studio, 132 ( 64.7% ) hanno risposto al questionario, fornendo informazioni su 156 nati.

L’allattamento al seno è stato iniziato nell’83.3% delle donne con malattia infiammatoria intestinale ( n=132 ), 81.9% delle pazienti con malattia di Crohn ( n=90 ) e dall’84.2% delle pazienti con colite ulcerosa ( n=39 ) vs 77.1 % della popolazione generale ( P>0.05 per tutti ).

Tra le donne con malattia infiammatoria intestinale, il 56.1% ha allattato al seno per più di 24 settimane vs il 44.4% dei controlli ( P=0.02 ).

Il tasso di manifestazione della malattia nell’anno post-partum è stato pari al 26% nelle donne che avevano allattato al seno vs 29.4% in quelle che non avevano fatto ricorso a questa pratica ( P=0.76 ) nella malattia di Crohn e 29.2% vs 44.4% ( P=0.44 ) nella colite ulcerosa.

L’odds ratio ( OR ) della manifestazione della malattia dopo il parto per quelle che avevano allattato al seno rispetto a quelle che non lo avevano fatto è stato di 0.58, 0.84 e 0.51 per la malattia infiammatoria intestinale totale, la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, rispettivamente.

Il rischio di manifestazione della malattia non è risultato legato a età alla gravidanza, durata della malattia o status socio-economico.

In conclusione, le donne con malattia infiammatoria intestinale hanno la stessa probabilità di allattare al seno i propri figli rispetto alla popolazione generale.
L’allattamento al seno non è associato a un aumento del rischio di manifestazione della malattia e potrebbe anche avere un effetto protettivo contro tali manifestazioni nell’anno successivo al parto. ( Xagena2009 )

Moffatt DC et al, Am J Gastroenterol 2009; 104: 2517-2523


Gastro2009 Gyne2009



Indietro

Altri articoli

Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale umanizzato impiegato nel trattamento di diversi tipi di neoplasia. Si lega al...


L'avvio di un contraccettivo a base di un progestinico prima del calo del progesterone necessario per avviare la fase II...


L'EMA ( European Medicines Agency ) ha raccomandato agli operatori sanitari di posticipare l'impiego dei vaccini vivi nei neonati che...


Infliximab ( Remicade, Flixabi, Inflectra, Remsima e Zessly ) è un anticorpo monoclonale umano-murino chimerico dell'immunoglobulina G1 ( IgG1 ) che...


Secondo uno studio, i bambini allattati esclusivamente al seno per periodi più lunghi hanno manifestato una più bassa probabilità di...


L'allattamento al seno è stato fortemente collegato alla riduzione del rischio materno di cancro al seno, tumore ovarico e diabete...


Le donne in gravidanza sono a maggior rischio di morbilità e mortalità da COVID-19, ma sono state escluse dagli studi...


L'allattamento al seno è stato associato a un ridotto rischio di tumore epiteliale dell'ovaio in più studi, ma altri studi...


I risultati di una analisi aggregata hanno mostrato che l'allattamento al seno sembra essere associato a un rischio ridotto...


Ulipristal acetato, il principio attivo di ellaOne, è un modulatore selettivo sintetico del recettore del progesterone, attivo per via orale,...