La BPCO associata ad aumentato rischio di morte cardiaca improvvisa
Nuovi dati dello studio Rotterdam hanno mostrato che la broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ) è associata a un aumentato rischio di morte cardiaca improvvisa, soprattutto nei pazienti con frequenti riacutizzazioni 5 anni dopo la diagnosi.
Una precedente ricerca aveva identificato un legame tra la broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ) e la malattia cardiovascolare, così come un collegamento tra BPCO e morte cardiaca improvvisa in specifici gruppi di pazienti, ma il legame tra BPCO e morte cardiaca improvvisa nella popolazione generale non era noto.
Sono stati presi in esame 13.471 partecipanti dallo studio Rotterdam, uno studio di coorte basato sulla popolazione composta da adulti di età non-inferiore a 45 anni con un massimo di 24 anni di follow-up.
I ricercatori hanno esaminato se la BPCO fosse associata a rischio di morte cardiaca improvvisa dopo aggiustamento per età, sesso e fumo.
Hanno inoltre valutato l'influenza delle riacutizzazioni della BPCO, definendo le esacerbazioni moderate quando c’era necessità di uso di steroidi e/o antibiotici e le riacutizzazioni come gravi quando richiedevano l'ospedalizzazione.
Durante il periodo di studio, ci sono state 1.615 diagnosi di BPCO e 551 casi di morte cardiaca improvvisa.
E’ stato riscontrato che la BPCO era associata a un aumento del rischio di morte cardiaca improvvisa ( hazard ratio, HR = 1.34 ).
E’ stato anche osservato che il rischio era ancora più elevato 5.48 anni dopo la diagnosi di BPCO ( HR=2.12 ), e in quel periodo vi era un rischio ancora più elevato tra le persone con frequenti riacutizzazioni di BPCO, definite come una media di almeno due esacerbazioni moderate o gravi di BPCO per ogni anno di follow-up ( HR=3.58 ).
L’esclusione degli adulti con infarto miocardico o insufficienza cardiaca non ha modificato i risultati. ( Xagena2015 )
Fonte: European Heart Journal, 2015
Pneumo2015 Cardio2015
Indietro
Altri articoli
I fibromi uterini aumentano il rischio di esiti avversi in gravidanza e in ostetricia
Secondo una meta-analisi, i fibromi uterini aumentano i rischi di esiti avversi in gravidanza ed ostetricia in termini di dimensioni,...
L'esposizione prenatale al Fluoro è collegata a problemi neurocomportamentali
Uno studio prospettico di coorte su 229 coppie madre-bambino a Los Angeles ( Stati Uniti ) ha mostrato che...
I fibromi uterini aumentano i rischi di gravidanza e di esiti ostetrici avversi
Una meta-analisi ha evidenziato che i fibromi uterini aumentano i rischi di gravidanza avversa e gli esiti ostetrici; le dimensioni...
L'endometriosi aumenta il rischio di tumori ovarici ed endometriali
L'endometriosi è risultata significativamente associata a rischi più elevati sia per i tumori ovarici che endometriali, ma non è significativamente...
Dispositivo contraccettivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel può aumentare il rischio di cancro al seno
L'utilizzo di un dispositivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel per prevenire la gravidanza ha aumentato il rischio di cancro alla...
La terapia ormonale può aumentare la perdita di peso nelle donne in postmenopausa che assumono Semaglutide
Le donne in postmenopausa in terapia ormonale hanno presentato una maggiore perdita di peso corporeo totale con Semaglutide fino a...
Contraccettivi ormonali combinati: rischio leggermente aumentato di tromboembolia venosa nelle donne che usano contraccettivi ormonali combinati a base di Clormadinone acetato ed Etinilestradiolo
I titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali contenenti Clomardinone acetato / Etinilestradiolo, in accordo con l’Agenzia Europea per i...
Molnupiravir più cure abituali versus cure abituali da sole come trattamento precoce per adulti con COVID-19 ad aumentato rischio di esiti avversi: studio PANORAMIC
La sicurezza, l'efficacia e il rapporto costo-efficacia di Molnupiravir ( Lagevrio ), un farmaco antivirale orale per SARS-CoV-2, non sono...
Opzelura crema a base di Ruxolitinib, un inibitore JAK1/2, per il trattamento della vitiligine non-segmentale
Opzelura, che contiene il principio attivo Ruxolitinib, è un medicinale usato per il trattamento della vitiligine non-segmentale, una malattia che...
Opzelura a base di Ruxolitinib crema 15 mg/g nel trattamento della vitiligine non-segmentale con coinvolgimento del viso in adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età. Approvazione nell'Unione Europea
La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio per Opzelura a base di Ruxolitinib crema 15 mg/g nel trattamento...