La Digossina sembra aumentare il rischio di mortalità nei pazienti con fibrillazione atriale
Nella crescente incertezza riguardo alla sicurezza della Digossina, un farmaco comunemente usato per le malattie cardiache, uno studio, condotto dal Duke Clinical Research Institute, è giunto alla conclusione che le persone con fibrillazione atriale dovrebbero evitare di assumere la Digossina a causa dei più alti tassi di mortalità.
Questa scoperta è stata presentata all’Annual Scientific Session dell'American College of Cardiology ( ACC ).
Anche se l’uso generale di questo farmaco è diminuito nel corso degli ultimi 30 anni, la Digossina è ancora utilizzata da ben un terzo dei pazienti con fibrillazione atriale in tutto il mondo.
Ci sono stati diversi studi che hanno messo in discussione la sicurezza di questo farmaco nei pazienti con fibrillazione atriale; e diverse analisi hanno mostrato risultati contrastanti.
Eppure le attuali lineeguida contenplano la Digossina come opzione di trattamento per i pazienti con fibrillazione atriale.
Nella pratica clinica la Digossina trova impiego, generalmente, per rafforzare le contrazioni del cuore e per il controllo della frequenza cardiaca.
I ricercatori hanno analizzato i dati di uno studio internazionale, di ampie dimensioni, denominato ARISTOTLE, che era stato intrapreso per confrontare Warfarin ad Apixaban nella prevenzione dell'ictus nei pazienti con fibrillazione atriale.
In una successiva analisi per verificare se la Digossina era associata alla mortalità, i ricercatori hanno esaminato i decessi per tutte le cause, tra morti cardiovascolari e non-cardiovascolari, su un totale di 17.897 pazienti con fibrillazione atriale presenti nel database.
Di questi pazienti, 5.824 ( 32.5% ) erano in trattamento con Digossina all'inizio dello studio, e 6.693 ( 37.4% ) avevano insufficienza cardiaca.
Altri 873 pazienti ( 6.9% ) hanno iniziato ad assumere il farmaco nel corso dello studio.
E’ stato riscontrato che nei pazienti già in trattamento con Digossina e, quindi, più propensi a tollerarla, il rapporto complessivo tra uso di Digossina e mortalità non era significativo.
Tuttavia, anche tra i pazienti, il rischio di mortalità era correlato alla concentrazione di Digossina nel sangue: per ogni 0.5 nanogrammi per millilitro l’aumento del livello ematico di Digossina, il rischio di morte è aumentato del 19%.
Tra i pazienti i cui livelli di Digossina erano superiori a 1.2 ng/mL, il tasso di mortalità è risultato significativamente aumentato del 56%.
Inoltre, i rischi di morte, e in particolare la morte improvvisa, erano sostanzialmente più elevati nei pazienti che hanno assunto la Digossina dopo l'avvio dello studio.
La maggior parte dei decessi si sono verificati nei primi sei mesi dopo che il trattamento con Digossina era stato avviato.
Secondo i ricercatori, la Digossina non deve essere utilizzata dai pazienti con fibrillazione atriale, in particolare se i sintomi possono essere alleviati con altri trattamenti.
I pazienti con fibrillazione atriale che già stanno prendendo la Digossina, perché ritenuto necessario, devono essere sottoposti a monitoraggio della concentrazione sierica di Digossina assicurando che i livelli ematici rimangano al di sotto di 1.2ng/mL.
Anche se i risultati sono a favore della causalità tra uso di Digossina e aumentato rischio di decesso, è da tener presente che lo studio è osservazionale, e la causalità non può essere definitivamente stabilita.
In definitiva per determinare l'efficacia e la sicurezza della Digossina nei pazienti con fibrillazione atriale è richiesto un ampio studio randomizzato. ( Xagena2017 )
Fonte: Duke University, 2017
Cardio2017 Farma2017
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