La stimolazione cerebrale profonda può rallentare il declino cognitivo nella malattia di Alzheimer


Uno studio multicentrico di fase 2 ha mostrato che alcuni pazienti con forma lieve della malattia di Alzheimer, sottoposti a stimolazione cerebrale profonda del fornice ( DBS-f ) hanno sperimentato un aumento del metabolismo cerebrale del glucosio, e in alcuni pazienti è stato osservato un rallentamento del declino cognitivo.

Tali effetti positivi sono stati osservati solo in pazienti di età superiore ai 65 anni, non nei pazienti più giovani.

Nella malattia di Alzheimer, alcune aree del cervello non metabolizzano il glucosio in modo normale.
I ricercatori ritengono che stimolando particolari circuiti del cervello, siano in grado di ripristinare la funzione all'interno del fornice con conseguente miglioramento dei segni e dei sintomi della malattia di Alzheimer.

In uno studio di fase 1 erano state coinvolte 6 pazienti affette da malattia di Alzheimer.
In questo studio, in alcuni pazienti che avevano ricevuto una costante stimolazione cerebrale profonda a livello della fornice vi era stato, dopo 1 anno, un aumento del volume dell'ippocampo.

Lo studio di fase 2 ha invece incluso 42 pazienti di età compresa tra 45 e 85 anni. Dodici pazienti avevano meno di 65 anni; 30 avevano un’età uguale o superiore ai 65 anni.

I pazienti soffrivano di forma lieve di demenza con punteggi alla scala CDR ( global Clinical Dementia Rating ) di 0.5 o 1 e punteggi alla scala ADAS-Cog 11 ( Alzheimer’s Disease Assessment Scale-11 ) di 12 a 24 al basale.

Tutti i pazienti stavano assumendo dosi stabili di Donepezil ( Aricept ), Galantamina ( Reminyl ), o Rivastigmina ( Exelon ) per almeno 2 mesi prima dell'inizio dello studio.

I pazienti sono stati sottoposti a impianto di elettrodi per la stimolazione cerebrale profonda diretti alla fornice.
Sono stati poi assegnati in modo casuale a ricevere una stimolazione attiva o una finta stimolazione ( sham ) e sono stati monitorati per 12 mesi.

Una volta che il follow-up è stato completato, tutti i pazienti hanno ricevuto stimolazione attiva.

Oltre a valutare la sicurezza della stimolazione cerebrale profonda nella fornice, i ricercatori hanno misurato i cambiamenti nella funzione cognitiva utilizzando la scala ADAS-Cog ( Alzheimer’s Disease Assessment Scale - Cognitive Subscale ) e la scala CDR-SB ( Clinical Dementia Rating-Sum of Boxes ) a 6 e 12 mesi.

Gli esiti clinici secondari a 6 e 12 mesi hanno incluso la scala CVLT-II ( California Verbal Learning Test, Second Edition ), la scala ACDS-ADL ( Alzheimer's Disease Cooperative Study Activities of Daily Living ) e la scala NPI ( Neuropsychiatric Inventory ).

I cambiamenti nel metabolismo cerebrale del glucosio, sono stati valutati con tomografia ad emissione di positroni ( PET ) con [18F]-2-deossi-2-fluoro-D-glucosio ( FDG ).

A 12 mesi, non è stata riscontrata alcuna differenza significativa tra i pazienti che ricevevano stimoli attivi e quelli con stimolazione simulata.
Per entrambi i gruppi, i cambiamenti nei punteggi alle scale ADAS-Cog 13 e CDR-SB erano simili; entrambe hanno mostrato declini comparabili.
Lo stesso risultato è stato riscontrato per le misure cliniche secondarie.

Tuttavia, in una analisi post-hoc di sottogruppo, è emerso che i pazienti più anziani sembravano trarre qualche beneficio dalla stimolazione cerebrale profonda, con quelli assegnati alla stimolazione attiva che hanno presentato un minor declino nei punteggi sia alla scala ADAS-Cog 13 sia alla scala CDR-SB.

La differenza nel peggioramento dei punteggi alla scala ADAS-Cog-13 nei pazienti di età superiore ai 65 anni che hanno ricevuto una stimolazione versus coloro che non hanno ricevuto alcun stimolo è stata pari in media a 4.5 punti a 9 mesi e 4.1 a 12 mesi.

Un beneficio simile è stato osservato nei punteggi alla scala CDR-SB nei pazienti più anziani.

Una tendenza simile di beneficio per i pazienti più anziani è stata osservata per quanto riguarda la FDG-PET per il metabolismo del glucosio.
I pazienti di età inferiore ai 65 anni hanno mostrato una diminuzione del metabolismo sia con la stimolazione attiva sia con la stimolazione simulata, mentre i pazienti di età compresa tra 65 anni e più anziani hanno presentato un aumento del metabolismo; la stimolazione attiva ha comportato un aumento del 14% al 20% superiore rispetto a quanto osservato nel gruppo nel suo complesso a 6 e 12 mesi.

Secondo i ricercatori l’aumento del metabolismo cerebrale del glucosio potrebbe portare benefici ai pazienti con malattia di Alzheimer. ( Xagena2016 )

Fonte: Journal of Alzheimer’s Disease, 2016

Neuro2016



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