Anticolinergici e declino mentale negli anziani
Uno studio longitudinale ha trovato un'associazione tra l'uso di farmaci con effetti anticolinergici e significativo declino cognitivo ed aumento della mortalità tra gli anziani.
I pazienti trattati con un farmaco con specifiche proprietà anticolinergiche hanno avuto una riduzione di 0.33 punti alla scala MMSE ( Mini-Mental State Examination ) ( p=0.03 ), rispetto a quelli non-trattati con un anticolinergico.
Anche il rischio di mortalità è stato più alto per i pazienti che assumevano farmaci con effetti anticolinergici ( odds ratio, OR=1.68, p inferiore a 0.001 ) e anche per i farmaci classificati con possibili effetti anticolinergici ( OR=1.56, p inferiore a 0.001 ).
L'uso di farmaci anticolinergici è stato collegato a effetti acuti sullo stato cognitivo, ma pochi studi hanno esaminato questi effetti conseguenti ad un uso prolungato tra gli anziani, che sono particolarmente sensibili a questi effetti collaterali.
A questo proposito, sono stati analizzati i dati di uno studio osservazionale in corso che ha incluso 13.000 adulti di 65 anni intervistati sulle caratteristiche socio-demografiche, sull'uso di farmaci e sulle attività quotidiane, e che avevano anche eseguito un Mini-Mental Status Examination per una valutazione cognitiva.
L'esposizione agli anticolinergici è stata quantificata con la scala Anticholinergic Cognitive Burden ( ACB ), con punteggio zero assegnato ai farmaci che non avevano nessuno di questi effetti, punteggio 1 assegnato ai farmaci con possibile attività ( attività sierica, ma nessuna rilevanza clinica nota ), e punteggio 2 o 3 assegnato in caso di attività definita.
Al basale, 6.010 pazienti stavano assumendo farmaci con effetti anticolinergici definiti o possibili, e in 508 di loro sono state definite le proprietà anticolinergiche.
I farmaci ad attività anticolinergica più usati sono stati: Furosemide ( n=1.384 ), Destropropossifene ( n=955 ), Atenololo ( n=922 ) e Nifedipina ( n=752 ); tra i farmaci con attività moderata ( punteggio 2 ), il più comunemente usato è stata la Carbamazepina, impiegata da 69 pazienti, mentre l'Amitriptilina è stato il farmaco con alta attività più comunemente assunto ( n=136 ).
Sono risultati disponibili test cognitivi a 2 anni di follow-up per 8.334 partecipanti.
Tra questi, il punteggio MMSE medio al basale e dopo 2 anni era, rispettivamente, 26.5 e 25.8, con punteggio 25 o superiore rappresentativo di stato cognitivo intatto.
E' stata quindi trovata una corrispondenza tra declino cognitivo e anticolinergici.
I pazienti con punteggio ACB pari a 4 o superiore hanno avuto un calo di 0.34 punti in più, alla scala MMSE, rispetto a quelli che non stavano assumendo farmaci anticolinergici.
Gli effetti più marcati degli anticolinergici si sono evidenziati nei pazienti il cui punteggio MMSE al basale era pari a 26 o superiore.
Tra questi pazienti l'uso di un anticolinergico definito era associato a una diminuzione di 0.52 punti rispetto a quelli che non stavano assumendo i farmaci.
Durante i 2 anni di follow-up, il 20% di coloro che avevano punteggi ACB pari a 4 o superiore sono deceduti, rispetto al 7% di coloro che non erano in terapia con anticolinergici.
Inoltre, per ogni aumento di un punto sulla scala ACB il rischio di mortalità è risultato aumentato del 26% ( OR=1.26 ).
I risultati dello studio hanno confermato che l'uso di farmaci con effetti anticolinergici negli anziani è associato a declino cognitivo.
E' necessario, pertanto, che i medici rivedano il carico cumulativo degli anticolinergici nei soggetti affetti da deficit cognitivo. ( Xagena2011 )
Fonte: Journal of the American Geriatrics Society, 2011
Neuro2011 Psyche2011 Farma2011
Indietro
Altri articoli
Associazione tra uso di farmaci anticolinergici e rischio di degenerazione maculare senile
L'amiloide-beta è un componente importante delle drusen retiniche, le lesioni primarie della degenerazione maculare senile ( AMD ), e l'autopsia...
Evidenza di una relazione tra farmaci anticolinergici e demenza negli anziani
Un nuovo studio ha fornito la più forte evidenza che i farmaci anticolinergici possono aumentare il rischio di demenza negli...
BPCO: effetti proaritmici e proischemici dei farmaci anticolinergici per via inalatoria
La maggior parte dei decessi nella broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ) sono dovute a cause cardiovascolari. Diversi grandi studi...
OnabotulinumtoxinA è efficace nella incontinenza urinaria dovuta ad attività neurogena del detrusore indipendentemente dal concomitante uso di anticolinergici o dalla eziologia neurologica
E’ stata valutata l'efficacia e la sicurezza di OnabotulinumtoxinA ( Botox ) per il trattamento della iperattività detrusoriale neurogena (...
FDA estende l'uso di Botox: trattamento dei pazienti con vescica iperattiva non-responder agli anticolinergici
L’Agenzia regolatoria statunitense FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato l'uso di Onabotulinumtoxina A ( Botox ) per...
Effetti proaritmici e proischemici dei farmaci anticolinergici per via inalatoria
La maggior parte dei decessi nella BPCO ( broncopneumopatia cronica ostruttiva ) sono dovuti a cause cardiovascolari. Diversi grandi studi...
Farmaci anticolinergici per i sintomi della vescica iperattiva negli adulti
Una percentuale compresa tra 16% e 45% degli adulti mostra sintomi di vescica iperattiva, urgenza minzionale con incontinenza urinaria da...
Sicurezza dei farmaci anticolinergici per il trattamento della BPCO
La BPCO ( broncopneumopatia cronica ostruttiva ) è sempre stata considerata un disturbo sistemico complesso con varie co-morbidità, soprattutto cardiovascolari,...
Gli anziani che assumono farmaci anticolinergici sono a maggior rischio di declino cognitivo e demenza
Nonostante l’alta assunzione di farmaci con proprietà anticolinergiche da parte delle persone anziane, gli effetti sul declino cognitivo e la...