Intossicazione da bismuto subcitrato colloidale, trattata con emodialisi e DMPS


E’ descritto il caso di una donna di 22 anni , che aveva ingerito 5,4 g di bismuto subcitrato colloidale a scopo suicida.
Dopo l’ingestione, la donna si è presentata all’osservazione ospedaliera con manifestazioni della sindrome di Falconi ed insufficienza renale acuta.
Al terzo giorno risultava anuria ed 8 giorni dopo l’intossicazione sono comparse ulcerazioni ad entrambe le tonsille.
Il DMPS (sodio 2,3 dimercapto-1 propansulfonato) è un agente chelante efficace nell’intossicazione da metalli pesanti, ma ha scarsi effetti nell’eliminazione dei sali di bismuto nei pazienti con insufficienza renale senza emodialisi.
I medici della Divisione di Nefrologia ed Immunologia dei Trapianti dell’Ospedale Universitario di Basilea in Svizzera hanno sottoposto la paziente ad emodialisi e a trattamento endovenoso con DMPS, 60 ore dopo l’intossicazione.
Entro 6 ore i livelli di bismuto sono scesi da 640 microg/L a 15 microg/L.
Dopo l’eliminazione del bismuto, la funzione renale è migliorata e le ulcerazioni delle tonsille sono guarite.
L’emodialisi è stata sospesa al 14° giorno.
All’esame dopo 6 settimane la funzione renale è risultata normale.

Fonte: National Kidney Foundation (Hrunz P et al, Am J Kidney Dis 2002; 39: E18)


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