Inibitori DPP-4: Alogliptin nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 non adeguatamente controllato dalla Gliburide in monoterapia
E’ stata valutata l’efficacia e la sicurezza di Alogliptin, un potente e altamente selettivo inibitore della dipeptidil-peptidasi 4 ( DPP-4 ), in combinazione con Gliburide ( Euglucon ) in pazienti con diabete mellito di tipo 2 non-controllati in modo adeguato con monoterapia a base di una sulfonilurea.
Dopo un periodo di screening di 2 settimane, i pazienti adulti di età compresa tra 18 e 80 anni sono stati arruolati in un periodo di 4 settimane di run-in/stabilizzazione, nel quale la loro terapia con sulfonilurea è stata sostituita con una dose equivalente di Gliburide ( in aperto ) più placebo ( singolo cieco ).
Dopo il periodo di run-in, i pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere un trattamento in doppio cieco con Alogliptin 12.5 mg ( n=203 ), Alogliptina 25 mg ( n=198 ) o placebo ( n=99 ), per 26 settimane.
L’endpoint primario era il cambiamento dal basale alla 26.a settimana dell’emoglobina glicata.
Gli endpoint secondari includevano i tassi di risposta clinica e i cambiamenti nella glicemia a digiuno, la funzione delle cellule beta ( proinsulina a digiuno, insulina, rapporto proinsulina/insulina e peptide-C e modello di omeostasi di valutazione della funzione delle cellule beta ), peso corporeo ed endpoint di sicurezza ( eventi avversi, test clinici di laboratorio, segni vitali e letture elettrocardiografiche ).
L’età media dei partecipanti a questo studio era di 57 anni e la durata media della malattia 8 anni; lo studio è risultato ben bilanciato per il genere ( 52% donne ) e la maggior parte dei partecipanti era di razza bianca ( 71% ).
L’emoglobina glicata al basale era circa 8.1% in ciascun gruppo.
Sono state osservate riduzioni significativamente superiori nella media dei minimi quadrati di emoglobina glicata alla settimana 26 con Alogliptin 12.5 mg ( -0.38% ) e 25 mg ( -0.52% ) rispetto al placebo ( +0.01%; p
In proporzione, più pazienti nei gruppi Alogliptina 12.5 mg ( 47.3% ) e 25 mg ( 50.5% ) hanno mostrato una riduzione dei livelli di emoglobina glicosilata maggiore o uguale a 0.5% dal basale rispetto ai pazienti nel gruppo placebo ( 26.3%; p
Sono stati osservati miglioramenti minori nei marcatori individuali della funzione delle cellule beta con Alogliptin, ma non sono state notate differenze significative tra i gruppi di trattamento in relazione al placebo.
Cambiamenti minori nella media dei minimi quadrati del peso corporeo sono stati osservati tra i gruppi ( placebo -0.20 kg; Alogliptin 12.5 mg +0.60 kg; Alogliptin 25 mg +0.68 kg ).
Si sono manifestati eventi avversi nel 63-64% dei pazienti trattati con Alogliptin e nel 54% di quelli trattati con placebo.
Pochi eventi avversi sono risultati limitanti per il trattamento ( 2-2.5% tra i gruppi ) e gli eventi avversi gravi erano non-frequenti ( 2-5.6% ), simili tra i gruppi e generalmente considerati non-correlati al trattamento.
Le incidenze di ipoglicemia per placebo, Alogliptin 12.5 mg e Alogliptin 25 mg sono state, rispettivamente, 11.1, 15.8 e 9.6%.
In conclusione, nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 non adeguatamente controllato con monoterapia a base di Gliburide, l’aggiunta di Alogliptin porta a riduzioni significative dal punto di vista clinico dell’emoglobina glicata senza aumento dell’incidenza di ipoglicemia. ( Xagena2009 )
Pratley RE et al, Diabetes Obes Metab 2009;11: 167-176
Endo2009 Farma2009
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