L'interruzione della terapia con Natalizumab dopo 24 dosi nei pazienti responder deve essere presa in considerazione solo se il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva è alto
La valutazione delle scelte terapeutiche è necessaria dopo 24 dosi di Natalizumab ( Tysabri ) in pazienti con sclerosi multipla ( SM ).
Uno studio ha valutato l'effetto di scelte terapeutiche sul tasso annualizzato medio di recidiva e sulla attività di malattia alla risonanza magnetica dopo 24 dosi di Natalizumab nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente.
Lo studio TY-STOP, che ha reclutato pazienti durante il periodo 2010-2012, presso 8 Centri italiani sulla sclerosi multipla ( cliniche di cure secondarie per pazienti ambulatoriali ).
Tra gli arruolati, 124 pazienti adulti non avevano mostrato attività di malattia alla risonanza magnetica o attività clinica di sclerosi multipla dopo 24 dosi di Natalizumab.
L'end point primario era rappresentato dal tasso di recidiva annualizzato medio.
Le analisi statistiche sono state eseguite su 124 pazienti con dati di follow-up completi tra i 130 pazienti che erano stati reclutati e stratificati in gruppi di studio.
Nel gruppo intent-to-treat, è stata presa la decisione di continuare o di interrompere l’assunzione di Natalizumab dopo 24 dosi.
Nel gruppo as-treated, alcuni pazienti hanno ricevuto Natalizumab ( continuers ), alcuni sono passati da Natalizumab ad altre terapie ( switchers ), e altri hanno sospeso Natalizumab ( quitters ) durante l'anno di studio.
Non c’erano differenze significative nelle caratteristiche demografiche o cliniche al basale tra i partecipanti allo studio.
Nel gruppo intent-to-treat ( n=124 ), l’attività clinica ( p=0.004 ) e radiologica ( p=0.02 ) di malattia era significativamente più bassa nei pazienti che hanno continuato Natalizumab ( n=43 ) rispetto ai pazienti che hanno interrotto Natalizumab ( n=81 ), con un effetto protettivo della continuazione di Natalizumab in entrambi i risultati ( odds ratio, OR=0.33 per l'attività clinica e OR=0.35 per l'attività radiologica ).
Nel gruppo trattato ( n=124 ), l’attività clinica ( p=0.003 ) e radiologica ( p=0.03 ) di malattia era significativamente più bassa nei continuatori di Natalizumab rispetto ai switchers o quitters, a conferma di un effetto protettivo di Natalizumab rispetto ai switchers ( OR=3.28 ) e ai quitters ( OR=4.40 ).
Nessun rebound di malattia è stato osservato tra coloro che avevano abbandonato Natalizumab ( quitters ). Dopo la sospensione di Natalizumab, un paziente ha sviluppato leucoencefalopatia multifocale progressiva durante il periodo di osservazione, con successivo recupero completo.
In conclusione, questo studio ha fornito evidenza di classe III di un aumentato rischio di attività di malattia dopo la sospensione di Natalizumab.
L'interruzione della terapia dopo 24 dosi nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente responder a Natalizumab deve essere considerata solo se il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva è alto e supera i benefici della continuazione del trattamento farmacologico. ( Xagena2014 )
Clerico M et al, JAMA Neurol 2014; 71: 954-960
Neuro2014 Farma2014
Indietro
Altri articoli
L-Arginina nell'encefalopatia mitocondriale, acidosi lattica ed episodi simili a ictus
La gestione dell'ictus nel contesto della malattia mitocondriale primaria è clinicamente impegnativa e le migliori opzioni di trattamento per i...
L'uso della Rifaximina nella prevenzione dell'encefalopatia epatica conclamata dopo shunt portosistemico intraepatico transgiugulare
L'efficacia della Rifaximina ( Normix ) nella prevenzione secondaria dell'encefalopatia epatica conclamata è ben documentata, ma la sua efficacia nel...
Eritropoietina per l'encefalopatia ipossico-ischemica nei neonati
L'encefalopatia ipossico-ischemica neonatale è un'importante causa di morte e disabilità a lungo termine nei sopravvissuti. Si è ipotizzato che l'Eritropoietina...
L'uso della Rifaximina nella prevenzione dell'encefalopatia epatica conclamata dopo shunt portosistemico intraepatico transgiugulare
L'efficacia della Rifaximina ( Normix ) nella prevenzione secondaria dell'encefalopatia epatica conclamata è ben documentata, ma la sua efficacia nel...
Cellule T specifiche per il virus BK per l'immunoterapia della leucoencefalopatia multifocale progressiva
La leucoencefalopatia multifocale progressiva, una rara malattia del sistema nervoso centrale ( SNC ) causata dal virus JC e che...
Tecfidera, un farmaco per la sclerosi multipla recidivante-remittente: casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva nell’ambito della linfopenia lieve
L’Agenzia Europea per i Medicinali ( EMA ) e l’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ), hanno informato gli operatori sanitari...
Meta-analisi della spettroscopia di risonanza magnetica nella diagnosi di encefalopatia epatica
Sono state utilizzate varie modalità di imaging per esplorare i meccanismi patogeni e stratificare la gravità dell'encefalopatia epatica. Una meta-analisi...
Leucoencefalopatia multifocale progressiva associata a Natalizumab
Sono state valutate le caratteristiche rilevanti per la diagnosi di leucoencefalopatia multifocale progressiva ( PML ) associata a poliomavirus JC...
Pembrolizumab per il trattamento e leucoencefalopatia multifocale progressiva
La leucoencefalopatia multifocale progressiva ( PML ) è una infezione cerebrale opportunistica causata dal virus JC ed è tipicamente fatale...
Nessuna evidenza di effetti benefici della plasmaferesi nella leucoencefalopatia multifocale progressiva associata a Natalizumab
Sono stati esaminati in modo retrospettivo gli effetti della plasmaferesi sulla sopravvivenza e sugli esiti clinici dei pazienti con...