Epatite C: efficacia della combinazione Ledipasvir e Sofosbuvir nei bambini di età compresa fra i 6 e gli 11 anni e nelle persone con co-infezione HBV/HCV
Sono stati presentati i risultati di due studi di fase 2 che hanno valutato l’efficacia di Ledipasvir 90 mg / Sofosbuvir 400 mg ( LDV/SOF; Harvoni ), in compresse, in popolazioni di pazienti affetti dal virus dell'epatite C cronica ( HCV ) non-studiati precedentemente in studi clinici dedicati con terapie antivirali ad azione diretta.
Gli studi hanno dimostrato tassi di guarigione dall'HCV del 99% nei bambini di età compresa fra i 6 e gli 11 anni ( PS-101 ), e del 100% nei pazienti adulti co-infettati dal virus dell’epatite C e B ( HBV ) ( PS-098 ).
I risultati dettagliati di questi studi sono stati presentati nel corso dell'International Liver Congress tenutosi ad Amsterdam.
In Europa, Harvoni trova indicazione nel trattamento della infezione cronica da virus HCV relativamente ai genotipi 1, 4, 5, o 6.
Harvoni viene somministrato insieme alla Ribavirina ( RBV ) a coloro che hanno subito un trapianto di fegato con infezione da HCV di genotipo 1, 4, 5, o 6, ai pazienti con cirrosi compensata o scompensata e ai pazienti affetti da HCV di genotipo 3 con cirrosi compensata e/o sui quali i precedenti trattamenti non hanno avuto successo.
L'uso di Harvoni è autorizzato per adulti di età superiore ai 18 anni.
Bambini di età compresa fra i 6 e gli 11 anni affetti da infezione cronica da HCV
La prevalenza stimata di infezione da HCV nei bambini arriva fino allo 0.4% in Europa e negli Stati Uniti e fino al 6% nei Paesi a basso reddito.
Per i bambini di età compresa fra i 6 e gli 11 anni di peso inferiore ai 35 chili, l'Interferone insieme alla Ribavirina fino a un massimo di 48 settimane rimane la cura standard.
I risultati di uno studio in aperto di fase 2, condotto per la valutazione della concentrazione sperimentale di una singola compressa di Ledipasvir e Sofosbuvir ( Ledipasvir 45 mg / Sofosbuvir 200 mg ) da assumere una sola volta al giorno da parte di bambini affetti da HCV di età compresa fra i 6 e gli 11 anni, hanno dimostrato tassi di guarigione del 99% ( n=89/90 ).
I pazienti con genotipo 1 hanno ricevuto il trattamento per 12 settimane ( N=85 ); un paziente genotipo 1 affetto da precedente cirrosi per il quale non erano stati registrati miglioramenti con un trattamento precedente con Interferone pegilato associato a Ribavirina ha ricevuto il trattamento per 24 settimane; pazienti con genotipo 3 ( N=2 ) hanno ricevuto Ledipasvir e Sofosbuvir più Ribavirina per 24 settimane; pazienti con genotipo 4 ( N=2 ) hanno ricevuto Ledipasvir e Sofosbuvir per 12 settimane.
I pazienti con genotipo 1 mai trattati hanno avuto una ricaduta; tutti gli altri pazienti hanno presentato una risposta virologica sostenuta a 12 settimane ( SVR12 ), l'obiettivo primario di efficacia.
Gli eventi avversi più comuni ( superiori al 10% ), tutti di gravità variabile da debole a moderata, sono stati: dolori addominali, cefalea, diarrea, vomito, nausea, affaticamento, febbre, tosse e dolore orofaringeo.
Nessun paziente ha interrotto la terapia.
Pazienti coinfetti da HBV/HCV
La prevalenza globale della coinfezione da HBV/HCV è stimata fra 1.7 e 3.9 milioni di casi.
La riattivazione dell'infezione da virus dell'epatite B ( HBV ) durante il trattamento dell'infezione da HCV con farmaci antivirali ad azione diretta è stata segnalata nelle fasi successive alla loro commercializzazione. Tuttavia, non sono stati condotti studi clinici per valutare in modo più sistematico la sicurezza e l'efficacia della terapia antivirale ad azione diretta nei pazienti coinfetti HCV/HBV con un'infezione da HBV in corso.
Lo studio in aperto di fase 2 ha valutato 12 settimane di Ledipasvir e Sofosbuvir ( 90mg / 400mg ) in 111 pazienti taiwanesi con genotipo 1 o 2 affetti da HCV con una coinfezione in corso da HBV ( positiva all'antigene di superficie del virus dell'epatite B ), che non stavano ricevendo cure per l'infezione da HBV.
Tutti i pazienti hanno ottenuto un risultato di SVR12 ( 100%, 111/111 ) di cui 68 pazienti affetti da HCV con genotipo 1, 43 pazienti affetti da HCV con genotipo 2, 17 pazienti con cirrosi compensata e 37 con precedenti insuccessi nella cura dell'HCV.
Tre pazienti hanno presentato gravi eventi avversi che non sono stati ritenuti legati al farmaco, fra cui neurite ottica, emorragia post-intervento ed emorragia di ulcere duodenali.
Gli eventi avversi più comuni riferiti ( superiori o uguali al 5% dei pazienti ) sono stati cefalea, infezione alle vie aeree superiori e affaticamento.
Dei 111 pazienti dello studio, 23 ( 21% ) hanno registrato un aumento del DNA di HBV di almeno 2 log10 UI/mL durante o dopo il trattamento con Ledipasvir e Sofosbuvir.
Tuttavia, nessun paziente ha avuto un aumento di ALT di livello 3 o 4 o manifestazioni cliniche che suggeriscono una ripresa dell'infezione da HBV.
Ci sono stati 2 pazienti che hanno iniziato le cure per l'infezione da HBV in seguito ad aumenti del DNA dell'HBV e modesti aumenti dell'ALT senza sintomi. ( Xagena2017 )
Fonte: Gilead, 2017
Inf2017 Gastro2017 Pedia2017 Farma2017
Indietro
Altri articoli
Resmetirom nella steatoepatite non-alcolica con fibrosi epatica
La steatoepatite non-alcolica ( NASH ) è una malattia epatica progressiva senza trattamento approvato. Resmetirom ( Rezdiffra ) è un...
Terapia antivirale ed esiti a 10 anni nel carcinoma epatocellulare resecato correlato al virus dell'epatite B e delll'epatite C
Esistono dati limitati sull’utilizzo del trattamento antivirale e sul suo impatto sugli esiti a lungo termine del carcinoma epatocellulare (...
Efficacia e sicurezza di JNJ-73763989, un siRNA, e del modulatore dell'assemblaggio del capside Bersacapavir con analoghi nucleosidici o nucleotidici per il trattamento dell'infezione cronica da virus dell'epatite B: studio REEF-1
JNJ-73763989 ( JNJ-3989 ), un piccolo RNA interferente, è mirato a tutti gli RNA del virus dell'epatite B ( HBV...
Semaglutide 2.4 mg una volta a settimana nei pazienti con cirrosi correlata a steatoepatite non-alcolica
I pazienti con cirrosi correlata alla steatoepatite non-alcolica ( NASH ) sono ad alto rischio di morbilità e mortalità correlata...
Sicurezza ed efficacia di Efruxifermina una volta a settimana rispetto al placebo nella steatoepatite non-alcolica: studio HARMONY
Il fattore di crescita dei fibroblasti 21 ( FGF21 ) regola il metabolismo e protegge le cellule dallo stress. Efruxifermina...
Prevalenza globale della steatosi epatica non-alcolica e della steatoepatite non-alcolica nella popolazione in sovrappeso e obesa
Il carico globale della steatosi epatica non-alcolica ( malattia del fegato grasso non-alcolica; NAFLD ) è parallelo all'aumento dei tassi...
Effetto degli antibiotici profilattici sulla mortalità nell'epatite grave correlata all'alcol
I benefici della profilassi antibiotica per i pazienti ospedalizzati con grave epatite correlata all'alcol non sono ben definiti. È stata determinata...
Chirurgia bariatrica - metabolica versus intervento sullo stile di vita più la migliore assistenza medica nella steatoepatite non-alcolica: studio BRAVES
Studi osservazionali hanno indicato che la chirurgia bariatrico-metabolica potrebbe migliorare notevolmente la steatoepatite non alcolica ( NASH ). Tuttavia, l'efficacia...
Associazione della terapia antivirale ad azione diretta con complicanze epatiche e non-epatiche e mortalità a lungo termine nei pazienti con epatite C cronica
L'epatite cronica C ( CHC ) e le sue complicanze sono associate ad alti tassi di morbilità e mortalità. Tuttavia,...
Sicurezza, farmacocinetica e farmacodinamica di Pegozafermin nei pazienti con steatoepatite non-alcolica
Le strategie di gestione della steatoepatite non-alcolica ( NASH ) si basano principalmente sulla modifica dello stile di vita, senza...