Cabergolina e valvulopatie cardiache
Attraverso la Rete Nazionale di Farmacovigilanza ( RFN ) sono pervenute all’AIFA alcune segnalazioni che associano l'uso della Cabergolina ( Cabaser ), derivato dell'ergot, all'insorgenza di valvulopatie cardiache.
Per la sua attività agonista sui recettori dopaminergici di tipo D2, la Cabergolina è impiegata nel trattamento della malattia di Parkinson sia in monoterapia nei pazienti di nuova diagnosi, sia in associazione alla Levodopa /inibitore della dopadecarbossilasi. Inoltre, per la sua capacità di inibire il rilascio di prolattina, il farmaco è indicato anche nella terapia dell'iperprolattinemia.
Recentemente sono apparsi in letteratura studi clinici su valvulopatie associate all'uso dei derivati dell'ergot.
In uno studio di Peralta et al.1 sono stati arruolati 75 pazienti affetti dal morbo di Parkinson in trattamento con dopaminoagonisti per un periodo minimo di dodici mesi. Ventinove pazienti erano in corso di terapia con Pergolide ( Nopar ) e tredici con Cabergolina, senza precedente esposizione ad altri farmaci dopaminoagonisti per più di sei mesi.
Trentatrè pazienti avevano ricevuto composti non-ergot come Ropinirolo ( Requip ) ( n=8 ) e Pramipexolo ( Mirapexin ) ( n=25 ) e non erano stati precedentemente esposti ad altri dopaminoagonisti, fatta eccezione per 2 pazienti in corso di terapia con Pramipexolo, che erano stati in terapia con Pergolide o Cabergolina per i 3-4 mesi precedenti l'inizio del trattamento con Pramipexolo. Il grado di rigurgito valvolare ( VR ), diagnosticato mediante ecocardiografia transtoracica, è stato definito in accordo ai protocolli standard con classificazione di gravità da 2 a 3 seguendo le raccomandazioni della società americana di ecocardiografia.
Un rigurgito valvolare di grado 2 o 3 è stato evidenziato in 6 ( 47% ) dei 13 pazienti trattati con Cabergolina, in 9 ( 31% ) dei 29 pazienti in terapia con Pergolide e in 3 ( 10% ) dei 33 pazienti in trattamento con un dopaminoagonista non ergot.
Per sei ( 13% ) di 49 pazienti controllo è stato osservato un grado VR 2 e 3 che coinvolgeva una o più valvole. Le frequenze di gradi VR 2 e 3 sono state statisticamente significative ( p=0,006 ) tra i vari gruppi.
L'analisi ha rivelato una significativa maggiore prevalenza di rigurgito valvolare di grado 2 e 3 nei pazienti che avevano ricevuto Cabergolina in confronto ai pazienti controllo ( p=0,013 ). Questo studio cross sectional ha coinvolto un basso numero di pazienti. La mancanza di valutazioni longitudinali ed il rischio di selection bias rappresentano le sue debolezze.
In uno studio retrospettivo, condotto su 234 pazienti affetti da malattia di Parkinson, sottoposti a trattamento cronico con Cabergolina in monoterapia o in associazione, sono stati identificati solo 3 pazienti con possibili problemi di fibrosi o problemi indotti da Cabergolina ( un caso di valvulopatia cardiaca ).
Gli stessi Autori dello studio, tuttavia, ne sottolineano i limiti riguardanti lo schema retrospettivo, la segnalazione dei sintomi, la mancanza di funzioni prolungate e di esami ecocardiografici.
Pinero et al. hanno pubblicato un case report riguardante un uomo di 74 anni con una progressiva e grave dispnea durata 2 mesi. Questo paziente è stato inizialmente trattato con Levodopa, alla quale è stata associata la Cabergolina durante i precedenti 4 mesi.
L'ecocardiografia transtoracica ha rilevato un grave rigurgito della valvola mitralica attraverso ispessimento, restringimento dei lembi mitralici con adattamento incompleto. Dal momento che non è stata rilevata una fusione valvolare o delle corde, la genesi reumatica è stata considerata improbabile. L'escursione dei lembi mitralici è stata gravemente compromessa. L'ecocardiografia, eseguita quattro mesi prima, non ha mostrato patologie alla valvola mitrale. L'insufficienza cardiaca ha persistito nonostante la terapia farmacologica e si è dovuto sostituire la valvola mitrale con una protesi meccanica. Questo paziente è stato trattato con 2 mg di Cabergolina al giorno a partire dall'inizio del secondo mese.
Finora non sono stati ancora chiariti né l'entità del rischio né se la comparsa di queste reazioni avverse dipenda dalla dose di somministrazione.
L'insorgenza di valvulopatie è stata correlata anche ad altri dopaminoagonisti derivati dell'ergot come la Pergolide. In questo caso, i risultati di uno studio retrospettivo sulla Pergolide hanno evidenziato che la frequenza e la gravita di tali reazioni sono correlate alla dose.
Per quanto non siano stati del tutto chiariti i meccanismi d'azione, è stata avanzata l'ipotesi secondo la quale il danno valvolare sia dovuto ad un aumento dei livelli di serotonina. Infatti, è stato osservato che la Cabergolina così come la Pergolide possiede proprietà agoniste per i recettori serotoninergici di tipo 5-HT2B. I casi descritti in letteratura sono riferiti solo a pazienti affetti da malattia di Parkinson. Ciò potrebbe essere collegato al fatto che il dosaggio di Cabergolina utilizzato per i pazienti parkinsoniani è maggiore rispetto a quello impiegato per i pazienti con iperprolattinemia.
La letteratura presenta anche studi in cui è stata impiegata Cabergolina e non sono state rilevate lesioni valvolari; ciò però potrebbe essere dovuto alla loro breve durata. ( Xagena2006 )
Fonte: Bollettino d’Informazione sui Farmaci, 2006
Farma2006 Neuro2006
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