Cancro al seno: il trattamento con Anastrozolo è associato a perdita ossea a 5 anni


Lo studio ATAC (Arimidex, Tamoxifen, Alone or in Combination ), con un follow-up mediano di 68 mesi, ha mostrato che l’Anastrozolo ( Arimidex ) ha una maggiore efficacia e una migliore tollerabilità rispetto al Tamoxifene ( Nolvadex ).

Tuttavia, l’Anastrozolo riduce i livelli di estrogeno in circolo, e bassi livelli di estradiolo sono associati a una diminuzione della densità minerale ossea e a un aumento del rischio di fratture.
È dunque importante conoscere gli effetti a lungo termine della terapia a base di inibitori dell’aromatasi sulla densità minerale ossea.

Utilizzando i dati di un sottostudio dello studio ATAC, sono stati valutati i cambiamenti di densità minerale ossea in donne in postmenopausa con tumore invasivo del seno in trattamento con Anastrozolo ( 1 mg/giorno ) o Tamoxifene ( 20 mg/giorno ) come terapia adiuvante per 5 anni.
La densità minerale ossea della colonna lombare e dell’anca sono state valutate a livello basale e dopo 1, 2 e 5 anni.

Questo sottostudio sulla densità ossea ha interessato 197 donne del braccio monoterapia dello studio ATAC, e 108 sono state incluse nell’analisi primaria.

Tra le pazienti trattate con Anastrozolo si è verificata una diminuzione della densità minerale ossea mediana dal basale a 5 anni a livello della colonna lombare ( - 6,8% ) e dell’anca ( - 7,24% ), rispetto al gruppo Tamoxifene ( colonna lombare: +2,77%, anca: +0,74% ).
Nessuna delle pazienti con densità minerale ossea normale al basale è diventata osteoporotica dopo 5 anni.

In conclusione, l’Anastrozolo è associato a una demineralizzazione ossea accelerata lungo un periodo di trattamento di 5 anni.
Tuttavia, nonostante le pazienti con preesistente osteopenia richiedano strategie di controllo e di protezione ossea, per quelle con densità minerale ossea normale non sembra essere necessario un monitoraggio ulteriore rispetto alle indicazioni fornite alle donne sane in postmenopausa.
Nello studio ATAC l’effetto dell’Anastrozolo dovrebbe essere valutato in rapporto alla sua superiorità in termini di efficacia e di tollerabilità rispetto al Tamoxifene. ( Xagena2008 )

Eastell R et al, J Clin Oncol 2008; 26: 1051-1057


Onco2008 Farma2008


Indietro

Altri articoli

L'incidenza delle metastasi cerebrali è in aumento nei pazienti con tumore mammario metastatico. Sono urgentemente necessari trattamenti per estendere il...


Trastuzumab deruxtecan ( Enhertu ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard per alcune pazienti con...


Un ampio studio retrospettivo ha dimostrato che un comune farmaco chemioterapico utilizzato per trattare il linfoma di Hodgkin ( HL...


L'utilizzo di un dispositivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel per prevenire la gravidanza ha aumentato il rischio di cancro alla...


Per le giovani portatori di mutazioni BRCA sopravvissute al carcinoma mammario, le tecniche di riproduzione assistita ( ART ) non...


I dati di uno studio hanno dimostrato che i pazienti con carcinoma mammario metastatico trattati con Alpelisib ( Piqray ),...


L'inibitore della chinasi 4/6 ciclina-dipendente ( CDK4/6 ) con terapia endocrina ( ET ) migliora la sopravvivenza libera da progressione...


Le sopravvissute al tumore al seno più anziane sono ad aumentato rischio di declino clinico dopo la chemioterapia adiuvante. Uno...


Le donne anziane con tumore alla mammella in fase iniziale ( EBC ) ad alto rischio traggono beneficio dalla chemioterapia...


I risultati di uno studio di fase 3 hanno mostrato che l'aggiunta di Ibandronato alla terapia endocrina in ambiente adiuvante...