Exemestane adiuvante con soppressione ovarica in premenopausa cancro al seno
La terapia adiuvante con un inibitore dell'aromatasi migliora i risultati, rispetto a Tamoxifene, nelle donne in postmenopausa con carcinoma mammario positivo al recettore dell’ormone.
In due studi di fase 3, donne in premenopausa con tumore mammario precoce positivo al recettore dell’ormone sono state randomizzate all’inibitore dell'aromatasi Exemestane ( Aromasin ) più soppressione ovarica oppure a Tamoxifene più soppressione ovarica per un periodo di 5 anni.
La soppressione della produzione di estrogeni ovarica è stata ottenuta con l'uso dell’agonista dell’ormone di rilascio delle gonadotropine Triptorelina, ovariectomia o irradiazione ovarica.
L'analisi primaria ha combinato dati di 4.690 pazienti nei due studi.
Dopo un follow-up medio di 68 mesi, la sopravvivenza libera da malattia a 5 anni è stata del 91.1% nel gruppo Exemestane-soppressione ovarica e 87.3% nel gruppo Tamoxifene-soppressione ovarica ( hazard ratio per recidiva di malattia, secondo cancro invasivo, o morte, HR=0.72, P minore di 0.001 ).
Il tasso di libertà da cancro della mammella a 5 anni è stato pari al 92.8% nel gruppo Exemestane-soppressione ovarica, rispetto all’88.8% nel gruppo Tamoxifene-soppressione ovarica ( hazard ratio per la recidiva, HR=0.66, P minore di 0.001 ).
Con 194 decessi ( 4.1% dei pazienti ), la sopravvivenza globale non differiva significativamente tra i due gruppi ( hazard ratio per la morte nel gruppo Exemestane-soppressione ovarica, HR=1.14, P=0.37 ).
Sono stati riportati eventi avversi selezionati di grado 3 o 4 per il 30.6% dei pazienti nel gruppo Exemestane-soppressione ovarica e per il 29.4% dei pazienti nel gruppo Tamoxifene-soppressione ovarica, con profili simili a quelli per le donne in postmenopausa.
In conclusione, nelle donne in premenopausa con carcinoma mammario in fase iniziale positivo per il recettore dell’ormone, il trattamento adiuvante con Exemestane più soppressione ovarica, rispetto a Tamoxifene più soppressione ovarica, ha ridotto in modo significativo la recidiva. ( Xagena 2014 )
Pagani O et al, N Engl J Med 2014;371:107-118
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