Talazoparib, un inibitore PARP dimostra un potenziale nel cancro al seno BRCA+
Uno studio internazionale di fase III, in aperto, ha mostrato che Talazoparib, un inibitore poli-ADP-ribosio polimerasi ( PARP ), di estendere la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), rispetto alla chemioterapia standard, nelle donne con cancro mammario metastatico con una mutazione BRCA della linea germinale; il farmaco è risultato generalmente ben tollerato.
Questa è la seconda volta negli ultimi 12 mesi che un inibitore di PARP ha mostrato efficacia in questa patologia neoplastica.
Analogamente, Olaparib aveva migliorato in modo simile la sopravvivenza libera da progressione nello stesso gruppo di pazienti all'inizio del 2017.
Inibendo l'enzima PARP, sia Talazoparib che Olaparib impediscono al DNA di riparare i danni, causando la morte delle cellule tumorali.
Lo studio EMBRACA di fase 3, il più grande studio clinico randomizzato condotto in questo gruppo di pazienti con carcinoma mammario ereditario, ha raggiunto il suo endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione.
In EMBRACA, Talazoparib ha mostrato un beneficio clinico superiore in tutti i sottogruppi di pazienti indipendentemente dal sottotipo recettoriale, dal numero di linee precedenti di chemioterapia, dal tipo di mutazione BRCA o dalle metastasi con interessamento del sistema nervoso centrale.
In totale 431 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Talazoparib 1 mg una volta al giorno o il trattamento a scelta del medico.
La chemioterapia poteva includere Capecitabina, Eribulina, Gemcitabina o Vinorelbina.
L'età media del gruppo era di 46 anni e il 54% delle pazienti aveva una malattia positiva ai recettori ormonali ( HR+ ).
Un numero leggermente maggiore di pazienti, il 55%, presentava un tumore mammario BRCA2-positivo rispetto a un tumore mammario BRCA1, e poco più di un terzo non aveva ricevuto una precedente chemioterapia per carcinoma mammario avanzato.
A un follow-up mediano di 11.2 mesi, la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 8.6 mesi per le donne nel braccio con inibitore PARP, del 46% più lunga rispetto alla sopravvivenza mediana per le pazienti che avevano ricevuto terapia scelta dal medico, di 5.6 mesi ( P minore di 0.0001 ).
La sopravvivenza globale ( OS ) all'analisi ad interim è stata di 22.3 mesi nel braccio Talazoparib rispetto a 19.5 mesi nel braccio terapia scelta dal medico, risultato che non era statisticamente significativo.
Tuttavia, il dato dovrebbe maturare nel tempo. EMBRACA è sufficientemente potenziato per rivelare una differenza nel tempo della sopravvivenza globale.
Gli endpoint secondari hanno tutti favorito l'inibitore PARP rispetto alla chemioterapia standard: risposta completa, 5.5% Talazoparib, 0% chemioterapia; risposta parziale, 57.1% Talazoparib, 27.2% chemioterapia; beneficio clinico a 24 settimane, 68.6% Talazoparib, 36.1% chemioterapia; durata della risposta, 5.4 mesi Talazoparib, 3.1 mesi chemioterapia ( P=0.0005 )
Lo studio EMBRACA può essere visto come un primo passo per affrontare la riparazione del DNA come bersaglio per il trattamento.
Ora è determinante definire quali sono le pazienti che possono rispondere meglio agli inibitori PARP e identificare il meccanismo di resistenza, perché in alcuni casi le cellule tumorali sono in grado di riparare la mutazione BRCA, e assenza di mutazione, il farmaco non funziona.
Tra gli eventi avversi ematologici, l'anemia di grado 3 e 4 è stata la più comune tossicità ematologica osservata in associazione al trattamento con inibitori PARP, verificatasi nel 55% delle pazienti nel braccio Talazoparib contro il 38% nel braccio terapia scelta dal medico.
Tuttavia, solo 2 delle pazienti trattate con Talazoparib hanno dovuto sospendere il trattamento a causa dell'anemia e, nel complesso, il farmaco è stato ben tollerato.
Stanchezza, nausea e mal di testa sono stati gli eventi avversi non-ematologici più comuni.
Inoltre, le pazienti trattate con Talazoparib hanno anche dimostrato un miglioramento dello stato di salute globale, misurato dal questionario EORTC QLQ-30. I punteggi alal scala EORTC QLQ-30 sono aumentati di una media di 3 punti rispetto al basale tra le pazienti nel braccio Talazoparib, rispetto a un calo di 5.4 punti per le pazienti che hanno ricevuto terapia scelta dal medico.
Il tempo al deterioramento persistente, clinicamente significativo, era una mediana di 24.3 mesi nel braccio Talazoparib contro 6.4 mesi nel braccio terapia scelta dal medico ( P minore di 0.001 ).
In generale, Talazoparib orale una volta al giorno è risultato ben tollerato rispetto alla chemioterapia. ( Xagena2017 )
Fonte: San Antonio Breast Cancer Symposium ( SABCS ), 2017
Onco2017 Gyne2017 Farma2017
Indietro
Altri articoli
Radioterapia dell’intero cervello da sola versus preceduta da Bevacizumab, Etoposide e Cisplatino per metastasi cerebrali non-trattate da cancro al seno
L'incidenza delle metastasi cerebrali è in aumento nei pazienti con tumore mammario metastatico. Sono urgentemente necessari trattamenti per estendere il...
ASCO24 - Trastuzumab deruxtecan, somministrato dopo terapia endocrina, ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione nel cancro al seno pretrattato con bassa e ultrabassa espressione di HER2
Trastuzumab deruxtecan ( Enhertu ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard per alcune pazienti con...
Rischio di cancro al seno a lungo termine nelle sopravvissute a linfoma di Hodgkin trattate con Doxorubicina
Un ampio studio retrospettivo ha dimostrato che un comune farmaco chemioterapico utilizzato per trattare il linfoma di Hodgkin ( HL...
Dispositivo contraccettivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel può aumentare il rischio di cancro al seno
L'utilizzo di un dispositivo intrauterino a rilascio di Levonorgestrel per prevenire la gravidanza ha aumentato il rischio di cancro alla...
Sicurezza delle tecniche di riproduzione assistita nelle giovani donne portatrici di mutazioni BRCA con una gravidanza dopo un cancro al seno
Per le giovani portatori di mutazioni BRCA sopravvissute al carcinoma mammario, le tecniche di riproduzione assistita ( ART ) non...
I tassi di iperglicemia dopo la terapia con Alpelisib per il cancro al seno metastatico sono più alti di quelli osservati negli studi
I dati di uno studio hanno dimostrato che i pazienti con carcinoma mammario metastatico trattati con Alpelisib ( Piqray ),...
Terapia endocrina con o senza Ribociclib dopo progressione dell'inibizione della chinasi 4/6 ciclina-dipendente nel cancro al seno metastatico HR-positivo e HER2-negativo: studio MAINTAIN
L'inibitore della chinasi 4/6 ciclina-dipendente ( CDK4/6 ) con terapia endocrina ( ET ) migliora la sopravvivenza libera da progressione...
Infiammazione e declino clinico dopo chemioterapia adiuvante nelle anziane con cancro al seno: Hurria Older Patients Prospective Study
Le sopravvissute al tumore al seno più anziane sono ad aumentato rischio di declino clinico dopo la chemioterapia adiuvante. Uno...
Chemioterapia adiuvante a bassa intensità per il cancro al seno nelle donne anziane: studio HOPE
Le donne anziane con tumore alla mammella in fase iniziale ( EBC ) ad alto rischio traggono beneficio dalla chemioterapia...
Ibandronato nel setting adiuvante non produce benefici nel cancro al seno ER+
I risultati di uno studio di fase 3 hanno mostrato che l'aggiunta di Ibandronato alla terapia endocrina in ambiente adiuvante...