Vaginiti da Trichomonas e da Candida albicans
Vaginite da Trichomonas vaginalis
Il Trichomonas è un protozoo flagellato che si sviluppa in vagina quando il pH del microambiente si innalza.
La trichomoniasi, a seconda del suo decorso clinico, può essere distinta in: asintomatica, acuta e cronica.
La forma asintomatica è presente nel 15-20% dei casi. La sintomatologia è rappresentata da perdite vaginali maleodoranti di colorito giallo-verdastro che sovente si accompagnano ad intenso prurito vulvare, a bruciori uretrali e a dispareunia.
La trasmissione della malattia avviene nel 90% dei casi per contagio sessuale, anche se sono state descritte altre vie di diffusione ( asciugamani, servizi igienici ) .
La diagnosi di infezione da Trichomonas è conseguente all'osservazione microscopica del protozoo nel secreto vaginale.
La terapia consiste nella somministrazione orale di Metronidazolo; anche il partner sessuale deve essere trattato con le medesime modalità.
Vaginite da Candida albicans
La Candida albicans è un micete che anche in condizioni fisiologiche è presente nell'ecosistema vaginale, inibito nella sua capacità di invadere i tessuti dall'acidità dell'ambiente.
Morfologicamente essa può apparire sia sotto l'aspetto di pseudoife settate sia come blastospore di forma ovoidale, talora gemmanti.
La virulentazione della Candida comporta la trasformazione delle spore in ife, la loro adesione e penetrazione nell'epitelio. A livello cellulare ciò si traduce nella comparsa nel citoplasma delle cellule squamose di vacuoli, solchi e gallerie che sono la conseguenza degli enzimi proteolitici liberati dal micete, mentre il nucleo appare circondato da un alone chiaro.
La vaginite da Candida è un'infezione estremamente comune, caratterizzata da intenso prurito e da perdite vaginali biancastre ( leucorrea ) di aspetto caseoso, non maleodoranti .
Si tratta di un'affezione frequente nelle pazienti diabetiche, nelle gravide, nelle donne che assumono contraccettivi orali, antibiotici o corticosteroidi.
La trasmissione dell'infezione avviene nella maggior parte dei casi per via sessuale, tuttavia è opportuno ricordare che le reinfezioni possono avere come serbatoio di partenza l'intestino. La diagnosi di candidiasi si basa sull'identificazione delle ife e delle spore nell'essudato vaginale.
Il trattamento si avvale dell'impiego di antimicotici per uso locale e/o generale; circa il 15% dei partner di donne con vaginite da Candida presenta una balanite sintomatica che deve essere curata per evitare le reinfezioni delle pazienti.
Nonostante le terapie appropriate ed efficaci nell'eradicare le infezioni da Candida, esiste una quota pari al 5% di donne, con normale profilo ormonale, in cui la vaginite diventa ricorrente nonostante posseggano anticorpi Candida-specifici.
In questi casi è stato dimostrato che le recidive sono espressione di un difetto dell'immunità cellulo-mediata specifica per la Candida.
Infatti il 65% delle donne con vaginite recidivante mostra una ridotta risposta proliferativa dei macrofagi circolanti solo nei confronti della Candida, mentre la loro capacità fagocitante è conservata. Ciò è dovuto al fatto che il micete determina un'eccessiva produzione da parte dei macrofagi di prostaglandina E2 che a sua volta inibisce la loro capacità proliferativa.
Questi dati suggeriscono pertanto che per prevenire le vaginiti recidivanti da Candida è consigliabile associare alla terapia antimicotica anche un trattamento topico con Ibuprofene.
Clinicamente è stato evidenziato che nelle vaginiti da miceti l'aggiunta alla terapia antifungina di un trattamento topico con Ibuprofene-isobutanolammonio riduce più rapidamente i sintomi e i segni flogistici tipici di tale patologia ( prurito, bruciore, leucorrea, arrossamento delle mucose ). ( Xagena 2003 )
Tratto dalla Rivista INFORMED - Edizioni Scripta Manent - Pietro Cazzola
Gyne2003
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