L’inibitore orale della poli(ADP-ribosio) polimerasi Olaparib in pazienti con mutazioni BRCA1 o BRCA2 e carcinoma ovarico ricorrente
Olaparib, un nuovo inibitore della poli(ADP-ribosio) polimerasi ( PARP ) attivo per via orale, induce mortalità in cellule omozigoti per l’assenza di BRCA.
Uno studio di fase 2 ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Olaparib nel trattamento del tumore ovarico in fase avanzata in pazienti con mutazioni BRCA1 o BRCA2.
Sono state arruolate due coorti di donne di età uguale o superiore ai 18 anni con mutazioni genetiche, confermate, di BRCA1 o BRCA2 e con malattia ricorrente e misurabile.
Lo studio è stato effettuato in 12 Centri in Australia, Germania, Spagna, Svezia e Stati Uniti.
La prima coorte ( n=33 ) è stata trattata con Olaparib per via orale e in continuo alla massima dose tollerata di 400 mg 2 volte al giorno e la seconda coorte ( n=24 ) con una dose di 100 mg 2 volte al giorno.
L’endpoint primario di efficacia era il tasso di risposta oggettiva.
Le pazienti erano state trattate con 3 (valore mediano ) precedenti regimi di chemioterapia ( intervallo da 1-16 ).
I tassi di risposta oggettiva sono stati del 33% nella coorte trattata con Olaparib 400 mg 2 volte al giorno e del 13% nella coorte trattata con 100 mg 2 volte al giorno.
Nelle pazienti in trattamento con Olaparib 400 mg 2 volte al giorno, gli eventi avversi più comuni, correlati in modo causale, sono stati nausea ( grado 1 o 2, 42%; grado 3 o 4, 6% ), fatigue ( grado 1 o 2, 30%; grado 3 o 4, 3% ) e anemia ( grado 1 o 2, 15%; grado 3 o 4, 3% ).
Gli eventi avversi più comuni, correlati in modo causale, nella coorte trattata con 100 mg 2 volte al giorno sono stati nausea ( grado 1 o 2, 29%; grado 3 o 4, 8% ) e fatigue ( grado 1 o 2, 38%; nessuno di grado 3 o 4 ).
In conclusione, le osservazioni emerse in questo studio di fase 2 hanno fornito una dimostrazione positiva dell’efficacia e della tollerabilità di un trattamento mirato su basi genetiche con Olaparib nel tumore ovarico in stadio avanzato e con mutazione di BRCA. ( Xagena2010 )
Audeh MW et al, Lancet 2010; 376: 245-251
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