FDA: approvato Pradaxa per il trattamento della trombosi venosa profonda e della embolia polmonare e per la riduzione del rischio di recidiva
La Food and Drug Administration ( FDA ) ha approvato Pradaxa ( Dabigatran etexilato ) per il trattamento della trombosi venosa profonda e della embolia polmonare per ridurre il rischio di recidiva nei pazienti trattati in acuto con un anticoagulante parenterale ( iniettivo ) per 5-10 giorni.
Il tromboembolismo venoso è la terza malattia cardiovascolare più comune dopo infarto miocardico e ictus. Circa un terzo delle persone colpite da trombosi venosa profonda o embolia polmonare presentano una recidiva entro 10 anni,
L’approvazione dell’FDA è fondata sui risultati ottenuti in quattro importanti studi clinici di fase III che hanno coinvolto circa 10.000 pazienti e che hanno dimostrato l’efficacia di Dabigatran 150 mg due volte al giorno nel trattamento della trombosi venosa profonda e della embolia polmonare e nella prevenzione delle recidive.
I risultati degli studi hanno anche rilevato una riduzione del 92% del rischio di recidiva di formazione di trombi rispetto a placebo.
Inoltre, i pazienti con trombosi venosa profonda o embolia polmonare in terapia con Dabigatran hanno avuto percentuali significativamente inferiori di sanguinamenti, che depongono a favore del profilo di sicurezza di questo farmaco.
I pazienti con trombosi venosa profonda ed embolia polmonare possono cominciare ad assumere Dabigatran alla dose fissa di 150 mg due volte al giorno, dopo il trattamento iniziale per 5-10 giorni con un anticoagulante somministrato per via iniettiva, quale ad esempio Eparina a basso peso molecolare.
Già approvato dalla FDA per ridurre il rischio di ictus e di embolie sistemiche in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare, Dabigatran è l’unico nuovo anticoagulante orale ad aver mostrato nello studio clinico RE-LY una riduzione significativa dell’incidenza dell’ictus, sia ischemico che emorragico, in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare, rispetto a Warfarin. L’ictus ischemico, che in 9 casi su 10 è l’ictus che colpisce soggetti con fibrillazione atriale, può avere gravi conseguenze, in quanto spesso ha un esito fatale o gravemente invalidante.
Dabigatran, che è un inibitore diretto della trombina, è stato il primo farmaco di una nuova generazione di anticoagulanti orali ad azione diretta ad essere approvato in molti Paesi.
Gli inibitori diretti della trombina bloccano in modo specifico l’attività della trombina, l’enzima centrale nel processo di formazione di coaguli.
A differenza degli antagonisti della vitamina K, che agiscono in maniera variabile tramite i diversi fattori della coagulazione, Dabigatran realizza un’anticoagulazione efficace, prevedibile e riproducibile con basso potenziale di interazione con altri farmaci e nessuna interazione con il cibo, senza richiedere il monitoraggio regolare della coagulazione né aggiustamenti di dosaggio. ( Xagena2014 )
Fonte: Boehringer-Ingelheim, 2014
Cardio2014 Emo2014 Farma2014
Indietro
Altri articoli
Contraccettivi ormonali combinati: rischio leggermente aumentato di tromboembolia venosa nelle donne che usano contraccettivi ormonali combinati a base di Clormadinone acetato ed Etinilestradiolo
I titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali contenenti Clomardinone acetato / Etinilestradiolo, in accordo con l’Agenzia Europea per i...
Incidenza e impatto clinico degli eventi emorragici nei pazienti anziani con tromboembolia venosa acuta
I pazienti più anziani trattati con anticoagulanti per tromboembolia venosa ( VTE ) hanno un aumentato rischio di sanguinamento rispetto...
Anticoagulanti orali diretti versus Eparina a basso peso molecolare e tromboembolia venosa ricorrente nei pazienti affetti da tumore
Nei pazienti affetti da cancro che presentano eventi di tromboembolia venosa ( VTE ), viene raccomandata l'anticoagulazione a lungo termine...
Stratificazione del rischio di tromboembolia venosa postoperatoria nelle pazienti con tumore uterino
I tumori uterini sono associati a un alto rischio di tromboembolia venosa. Le lineeguida pratiche dell'ASCO ( American Society of...
Rischio di tromboembolia venosa negli adulti con dermatite atopica
Le associazioni tra dermatite atopica ( AD ) e molteplici comorbilità cardiovascolari sono state studiate a causa dei suoi meccanismi...
Tasso di tromboembolia venosa in un programma di recupero potenziato dopo intervento chirurgico ginecologico
Il tromboembolismo venoso è una complicanza potenzialmente letale dell’intervento chirurgico. Un programma di recupero avanzato dopo l’intervento chirurgico è un...
Rischi di trombosi venosa profonda, embolia polmonare ed emorragie dopo Covid-19
È stato quantificato il rischio di trombosi venosa profonda, embolia polmonare e sanguinamento dopo Covid-19 in una serie di casi...
Trombolisi diretta da catetere versus anticoagulazione nei pazienti con embolia polmonare acuta a rischio intermedio-alto: studio CANARY
Il trattamento ottimale dell'embolia polmonare ( PE ) a rischio intermedio-alto rimane sconosciuto. È stato valutato l'effetto della trombolisi convenzionale...
Effetto della terapia anticoagulante per 6 settimane rispetto a 3 mesi su eventi di recidiva ed emorragie nei pazienti di età inferiore ai 21 anni con tromboembolia venosa provocata: studio Kids-DOTT
Tra i pazienti di età inferiore ai 21 anni, la durata ottimale della terapia anticoagulante per il tromboembolismo venoso non...
Associazione del rischio di tromboembolia venosa incidente con dermatite atopica e trattamento con inibitori della Janus chinasi
Il rischio di tromboembolia venosa ( VTE ) tra i pazienti con dermatite atopica ( AD ), specialmente quando ricevono...