Pradaxa nella prevenzione dell’ictus e dell’embolia sistemica in pazienti adulti con fibrillazione atriale non-valvolare con uno o più fattori di rischio
Dabigatran etexilato ( Pradaxa ), un inibitore diretto della trombina per via orale, assunto al dosaggio di 150 mg bid ( due volte al giorno ) ha dimostrato di essere superiore rispetto a Warfarin ben controllato ( mediana del tempo nel range terapeutico [ TTR] 67% ) nel ridurre il rischio di ictus e di embolia sistemica.
Inoltre, Dabigatran etexilato ha dimostrato una riduzione significativa dei sanguinamenti intracranici rispetto a Warfarin ben controllato.
Dabigatran etexilato presenta il vantaggio di non richiedere né un regolare monitoraggio dei parametri della coagulazione, né adeguamenti di dosaggio; la sua efficacia non è influenzata dalle interazioni alimentari e in caso di terapie concomitanti interagisce limitatamente con altri farmaci.
I risultati dello studio RE-LY hanno mostrato che Dabigatran etexilato 150 mg bid è in grado di ridurre il rischio di ictus e di embolia sistemica del 35% in più rispetto a quanto ottenuto da Warfarin ben controllato, un dato che si associa alla riduzione di sanguinamenti intracranici e di sanguinamenti che mettono in pericolo la vita.
La fibrillazione atriale è il più comune disturbo del ritmo cardiaco: colpisce circa una persona su quattro dopo i 40 anni e l’1% della popolazione totale, ma fino al 10% degli individui dopo gli 80 anni.
I soggetti con fibrillazione atriale presentano un aumento del rischio di sviluppo di trombi, il quale a sua volta innalza di 5 volte il rischio di ictus. Nel mondo ogni anno fino a tre milioni di persone vengono colpite da un ictus correlato alla fibrillazione striale; spesso si tratta di ictus gravi ed invalidanti e la metà dei pazienti muore entro un anno.
Gli ictus dovuti alla fibrillazione atriale tendono ad essere gravi, con un’aumentata probabilità di morte ( 20% ) e invalidità ( 60% ).
Lo studio RE-LY ( Randomised Evaluation of Long-term Anticoagulation Therapy ) è uno studio di fase III, randomizzato, che ha coinvolto 18.113 pazienti arruolati in oltre 900 Centri di 44 Paesi. Ha messo a confronto due regimi posologici ( 110 mg e 150 mg bid ) di Dabigatran, somministrati in cieco, con Warfarin in aperto ( target INR 2–3; mediana TTR 67% ). Il follow-up mediano dello studio è stato di 2 anni, con un follow-up minimo di 1 anno.
L’endpoint primario dello studio era l’incidenza dell’ictus ( anche emorragico ) o dell’embolia sistemica. La valutazione dell’outcome secondario comprendeva il decesso dovuto a qualunque causa, l’incidenza dell’ictus ( incluso quello emorragico ), l’embolia sistemica, l’embolia polmonare, l’infarto del miocardio acuto e la morte vascolare ( incluso il decesso per emorragia ).
Rispetto a Warfarin ben controllato, Dabigatran etexilato ha prodotto:
• riduzione significativa del rischio di ictus ed embolia sistemica, inclusi gli ictus emorragici con Dabigatran etexilato 150 mg bid;
• comparabili percentuali di ictus / embolia sistemica con Dabigatran etexilato a una dose di 110 mg bid;
• riduzione significativa del numero di sanguinamenti maggiori con Dabigatran etexilato 110 mg bid;
• riduzione significativa dei sanguinamenti pericolosi per la vita e dei sanguinamenti intracranici con entrambi i dosaggi;
• riduzione significativa della mortalità vascolare con Dabigatran etexilato 150 mg bid.
Informazioni sulla sicurezza
Controindicazioni
Dabigatran etexilato è controindicato nei pazienti con sanguinamento attivo patologico e nei pazienti con una reazione nota di ipersensibilità grave ( ad esempio, reazione anafilattica o shock anafilattico ) per Dabigatran.
Avvertenze e Precauzioni
Rischio di sanguinamento - Dabigatran etexilato aumenta il rischio di sanguinamento e può causare significative emorragie, a volte ad esito fatale.
I fattori di rischio per il sanguinamento includono: a) farmaci che aumentano il rischio di sanguinamento in generale ( ad esempio, antiaggreganti, Eparina, terapia fibrinolitica, e l'uso cronico di farmaci antinfiammatori ); b) travaglio e parto.
E’ opportuno valutare tempestivamente eventuali segni o sintomi di perdita di sangue, come un calo di emoglobina e/o di ematocrito o ipotensione.
La somministrazione di Dabigatran etexilato deve essere interrotta nei pazienti con sanguinamento attivo patologico.
L'uso concomitante di Dabigatran etexilato con induttori di P-glicoproteina ( es. Rifampicina ) riduce l'esposizione di Dabigatran e deve essere generalmente evitata. Gli inibitori della P-glicoproteina ( Ketoconazolo, Verapamil, Amiodarone, Chinidina, Claritromicina ), non richiedono aggiustamenti posologici. Questi risultati non devono essere estrapolati ad altri inibitori della P-glicoproteina.
Reazioni avverse
Nello studio registrativo di confronto tra Dabigatran etexilato e Warfarin, le reazioni avverse più frequenti che hanno portato all'interruzione della somministrazione di Dabigatran sono state: sanguinamento ed eventi gastrointestinali.
Pradaxa 150 mg ha prodotto un più alto tasso di sanguinamenti maggiori del tratto gastrointestinale e di qualsiasi sanguinamento del tratto gastrointestinale rispetto al Warfarin.
Nei pazienti di età maggiore o uguale a 75 anni, il rischio di sanguinamento può essere maggiore con Dabigatran etexilato che con Warfarin.
I pazienti, trattati con Pradaxa 150 mg, hanno presentato un aumento dell’incidenza di reazioni avverse gastrointestinali ( dispepsia, tra cui dolore addominale superiore, dolore addominale, disturbi addominali, e fastidio epigastrico, e gastrite sintomi simili alla gastrite, tra cui malattia da reflusso gastroesofageo, esofagite, gastrite erosiva, emorragia gastrica, gastrite emorragica, gastrite erosiva emorragica, e ulcera gastrointestinale.
Reazioni di ipersensibilità sono state riportate in una percentuale inferiore allo 0.1% dei pazienti trattati con Dabigatran etexilato.
Il rischio di infarto miocardico è stato numericamente maggiore nei pazienti che hanno ricevuto Pradaxa 150 mg rispetto a quelli che hanno ricevuto Warfarin. ( Xagena2011 )
Fonte: Boehringer Ingelheim, 2011
Emo2011 Cardio2011 Farma2011
Indietro
Altri articoli
Contraccettivi ormonali combinati: rischio leggermente aumentato di tromboembolia venosa nelle donne che usano contraccettivi ormonali combinati a base di Clormadinone acetato ed Etinilestradiolo
I titolari dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali contenenti Clomardinone acetato / Etinilestradiolo, in accordo con l’Agenzia Europea per i...
Incidenza e impatto clinico degli eventi emorragici nei pazienti anziani con tromboembolia venosa acuta
I pazienti più anziani trattati con anticoagulanti per tromboembolia venosa ( VTE ) hanno un aumentato rischio di sanguinamento rispetto...
Anticoagulanti orali diretti versus Eparina a basso peso molecolare e tromboembolia venosa ricorrente nei pazienti affetti da tumore
Nei pazienti affetti da cancro che presentano eventi di tromboembolia venosa ( VTE ), viene raccomandata l'anticoagulazione a lungo termine...
Stratificazione del rischio di tromboembolia venosa postoperatoria nelle pazienti con tumore uterino
I tumori uterini sono associati a un alto rischio di tromboembolia venosa. Le lineeguida pratiche dell'ASCO ( American Society of...
Rischio di tromboembolia venosa negli adulti con dermatite atopica
Le associazioni tra dermatite atopica ( AD ) e molteplici comorbilità cardiovascolari sono state studiate a causa dei suoi meccanismi...
Tasso di tromboembolia venosa in un programma di recupero potenziato dopo intervento chirurgico ginecologico
Il tromboembolismo venoso è una complicanza potenzialmente letale dell’intervento chirurgico. Un programma di recupero avanzato dopo l’intervento chirurgico è un...
Rischi di trombosi venosa profonda, embolia polmonare ed emorragie dopo Covid-19
È stato quantificato il rischio di trombosi venosa profonda, embolia polmonare e sanguinamento dopo Covid-19 in una serie di casi...
Trombolisi diretta da catetere versus anticoagulazione nei pazienti con embolia polmonare acuta a rischio intermedio-alto: studio CANARY
Il trattamento ottimale dell'embolia polmonare ( PE ) a rischio intermedio-alto rimane sconosciuto. È stato valutato l'effetto della trombolisi convenzionale...
Effetto della terapia anticoagulante per 6 settimane rispetto a 3 mesi su eventi di recidiva ed emorragie nei pazienti di età inferiore ai 21 anni con tromboembolia venosa provocata: studio Kids-DOTT
Tra i pazienti di età inferiore ai 21 anni, la durata ottimale della terapia anticoagulante per il tromboembolismo venoso non...
Associazione del rischio di tromboembolia venosa incidente con dermatite atopica e trattamento con inibitori della Janus chinasi
Il rischio di tromboembolia venosa ( VTE ) tra i pazienti con dermatite atopica ( AD ), specialmente quando ricevono...