Riduzione rapida della pressione sanguigna nei pazienti con emorragia intracerebrale acuta


Non è chiaro se la riduzione rapida della pressione sanguigna elevata possa migliorare l’esito nei pazienti con emorragia intracerebrale.

In uno studio, 2.839 pazienti che avevano avuto emorragia intracerebrale spontanea nelle precedenti 6 ore e avevano un’elevata pressione sistolica sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere trattamento intensivo per ridurre la pressione sanguigna ( con un livello target di pressione sistolica inferiore a 140 mmHg entro 1 ora ) o il trattamento raccomandato dalle linee guida ( con un target di pressione sistolica inferiore a 180 mmHg ) con l’uso di farmaci a scelta del medico curante.

L’esito primario era il decesso o la disabilità maggiore, definita come un punteggio tra 3 e 6 alla scala di Rankin modificata ( nella quale un punteggio di 0 indica assenza di sintomi, un punteggio di 5 indica disabilità grave e un punteggio di 6 indica decesso ) a 90 giorni.

È stata anche effettuata un’analisi ordinale prespecificata del punteggio di Rankin modificato.

Il tasso di eventi avversi gravi è stato confrontato tra i 2 gruppi.

Tra i 2.794 partecipanti per i quali è stato possibile determinare l’esito primario, 719 su 1382 partecipanti ( 52.0% ) sottoposti a trattamento intensivo, rispetto a 785 su 1412 ( 55.6% ) sottoposti al trattamento raccomandato dalle linee guida, hanno mostrato un evento dell’esito primario ( odds ratio con trattamento intensivo, OR=0.87; P=0.06 ).

L’analisi dei dati ordinali ha mostrato punteggi di Rankin modificati significativamente più bassi con il trattamento intensivo ( odds ratio per disabilità maggiore, OR=0.87; P=0.04 ).

La mortalità è stata pari all’11.9% nel gruppo sottoposto a trattamento intensivo e a 12.0% in quello trattato secondo le lineeguida.

Eventi avversi gravi non-fatali si sono presentati nel 23.3% e nel 23.6% dei pazienti nei 2 gruppi, rispettivamente.

In conclusione, nei pazienti con emorragia intracerebrale, la riduzione intensiva della pressione sanguigna non ha portato a una riduzione significativa nel tasso di esito primario di decesso o disabilità grave.
Un’analisi dei dati ordinali dei punteggi di Rankin modificati ha mostrato un miglioramento negli esiti funzionali con abbassamento intensivo della pressione sanguigna. ( Xagena2013 )

Anderson CS et al, N Engl J Med 2013; 368: 2355-2365

Neuro2013 Cardio2013



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